Dei primi momenti dell’infanzia che gli sono rimasti
stampati in modo indelebile ricorda il suo misurarsi costantemente con le cose
e con le persone.
Quell’albero difficile da scalare, che anche le ragazzine però
sapevano affrontare meglio di lui.
Il gioco del pallone, per il quale si sentiva (ed era
oggettivamente) negato.
E poi con le ragazze, un po’ più grande, quando avevano
iniziato ad interessargli, e puntualmente trovava altri che lo superavano in
velocità, simpatia, successo.
Anni dopo, sul lavoro, talvolta doveva rendere conto di
conteggi burocratici idioti, di prestazioni richieste solo per forma, ignorando
del tutto la sostanza o le effettive ricadute. Bastava essere bravi a scrivere
relazioni, e in quello, quando decideva di deridere il sistema, ci riusciva
bene anche se poi non ne ricavava alcuna soddisfazione.
A volte, mentre si trovava in intimità, provava un calo di
desiderio improvviso, e quello non poteva fingerlo, ovviamente. Non poteva
barare. Lei, se non era stronza, capiva, e gli dava l’importanza giusta, senza
esagerare. Le altre, quelle che neppure lo vedevano, lo avrebbero demolito probabilmente,
quindi meglio così, a conti fatti.
Quando iniziò a stancarsi di troppe cose ed ebbe la
possibilità di andare in pensione, uomo fortunato, secondo i parametri odierni,
ancora non del tutto distrutto nel fisico, si trovò davanti lo spauracchio del:
“ ed ora cosa faccio?”.
Chissà perché gli altri si aspettavano da lui o che cadesse
in una depressione incurabile oppure che trovasse mille nuovi interessi per
mantenersi attivo ed efficiente.
« Ma pure adesso devono volere qualche cosa da me?», pensava
innervosito, « Non basta che continui a seguire le cose che facevo prima,
che tenga in ordine come posso, che segua chi riesco e che mi prenda pure un po’
di tempo solo per me?»
Evidentemente non bastava: una ex collega faceva volontariato
e un altro si buttava, malgrado la sua età, in mille avventure faticose e
pericolose. Alcuni avevano nipotini da seguire, ma lui no, non ne aveva. Era colpa
sua pure quella?
Gli anni passavano, intanto, e ad un certo punto si ritrovò,
senza neppure capire come, su una sedia a rotelle, perché non poteva più camminare
in modo autonomo.
Malgrado questo, e malgrado le oggettive limitazioni nel non
poter più salire da solo le scale, cosa non da poco, si adattò e cominciò ad uscire
di casa sempre più spesso da solo, allungando ogni volta un po’ di più il
raggio del suo ideale cerchio di mete raggiungibili.
La sua vecchia ed istintiva spinta a misurarsi con imprese
che giudicava alla sua portata trovò nella carrozzina l’oggetto del suo
impegno, il suo limite da superare.
Quando il tempo era favorevole prese l’abitudine di
spingersi sino al grande fiume, per osservarlo, dall’argine, sia con bella o brutta stagione, purché non piovesse.
Una mattina d’inverno, malgrado il figlio gli avesse detto
di non uscire di casa quel giorno, perché la temperatura era sotto lo zero,
lui si organizzò e si diresse al solito punto, sull’argine del grande fiume.
La brina si vedeva ancora verso le dieci, segno che l’erba, dove il sole non era arrivato a scaldare, manteneva ancora il freddo della notte.
La brina si vedeva ancora verso le dieci, segno che l’erba, dove il sole non era arrivato a scaldare, manteneva ancora il freddo della notte.
Il gelo lo trovò all’improvviso anche sulla stradina asfaltata
prima della leggera discesa. Gli alberi sempreverdi in quel punto facevano
ancora schermo al sole. Quando si avvicinò al punto dove la pendenza iniziava
in un attimo perse il controllo della carrozzina, cominciò a scivolare con le
ruote che non facevano alcuna presa sull’asfalto bianco per il ghiaccio e in pochi
secondi finì, senza un solo grido, direttamente nella corrente fredda del
grande fiume, assieme alla carrozzina che decise di andare sul fondo prima di
lui, precendendolo di alcuni minuti.
Quando capì che tutto stava finendo, in un ultimo momento di
lucidità, accettò quasi con gratitudine quella fine onorevole per la quale non
aveva dovuto competere con nessuno, e non gli era stato richiesto di dimostrare
nulla al mondo.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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