È successo qualche sera fa, esattamente in uno degli ultimi
giorni nei quali alcune giostre sono rimaste in città.
Volevo passarci, anche se ho superato da tempo la stagione
per quei giochi, ed avevo pure la fotocamera con me, perché a volte mi piace
conservare la memoria per immagini di quello che mi capita attorno.
Già da lontano arrivava la musica, stranamente di molti anni
fa, nulla di moderno, come se il tempo si fosse fermato. Poco ci mancava che
sentissi cantare “In ginocchio da te” da Morandi per commuovermi sul serio.
Sono arrivato al limitare della piazza dove stavano le attrazioni (cosi si chiamano, pare).
Sono arrivato al limitare della piazza dove stavano le attrazioni (cosi si chiamano, pare).
Il primo ad apparire è stato il calcinculo, giostra nobile
dal nome che non le rende giustizia. Eppure si chiama così, ed a tutti è
evidente che così deve chiamarsi, ha una motivazione pratica e descrittiva
forte.
Mi sono fermato, senza avvicinarmi troppo, mentre il giostraio
stava passando a ritirare i talloncini o i biglietti, controllando anche che
tutti avessero ben chiuso il seggiolino appeso alle catene e quindi per evitare
possibili incidenti. Meno di un minuto dopo il grande ombrello multicolore ha
iniziato a muoversi, in senso antiorario, e in breve tutti i ragazzi si sono
alzati da terra spinti verso l’esterno dalla forza centrifuga. C’erano molte
coppie di ragazzi, spesso attaccati uno all’altra (ho notato solo coppie
formate da un maschio ed una femmina), o che cercavano di raggiungersi.
La caccia alla coda da prendere è iniziata presto, ma alcuni
partivano troppo presto, altri troppo tardi, altri ancora con troppo poca forza.
Sembrava quasi che il giostraio dovesse iniziare a far scendere il trofeo dalla
sua posizione, forse troppo alta, in modo da permettere ad uno di vincere il
tradizionale giro omaggio quando è arrivata lei.
È spuntata con il tempo giusto, lanciata con precisione dal
suo compagno che in quel momento piroettava in modo scomposto, ha semplicemente
allungato un po’ la mano ed ha afferrato con sicurezza quella coda che
penzolava nel vuoto esattamente al centro, con una mossa da manuale.
Dire che mi ha colpito è poco. Ho provato un piacere enorme
nel vedere quella bella ragazza compiere l’impresa e il ragazzo che
stava con lei soddisfatto di quello che aveva appena realizzato. Mi sono immedesimato in
quella situazione, non ho potuto farne a meno. Vi ho trovato spunti per pensare
a cose allegre, e poi per tornare a casa canticchiando, quasi che avessi vinto
io un giro extra sul calcinculo.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.