La logica del vincente continua a far danni ed a distruggere
chi non potrà mai esserlo, un vincente.
E si è tali perché si hanno le cose che altri hanno, si
arriva dove tutti sembrano arrivare, non si vivono i problemi che toccano i
comuni mortali, si spalancano le porte, non si scende a compromessi, si è
cercati e si ha successo.
Ci si sente come i personaggi della pubblicità insomma,
immersi in quella perfezione che neppure chi interpreta quei ruoli patinati
possiede.
Tuttavia anche chi ha successo paga per questo, oppure si ammala, o
non accetta quello che la vita gli riserva. Anche chi ha tutto, alla fine, vive
le nostre contraddizioni, e si ritrova con alcune delle miserie inevitabili che
prima o poi raggiungono chiunque.
Non bisogna lottare per arrivare a certi risultati allora? E
perché mai? Quello che si sente come spinta occorre alimentarla invece, fare il
possibile, ricercare le proprie attitudini, provare sperando un pochino anche
nella buona sorte, ma senza illusioni di vittorie facili. Tralasciando il caso
di chi bara perché ha carte nascoste o mette agli altri un handicap partendo
quindi davanti a tutti (ignorando cioè la condizione che in pochi sono disposti
ad ammettere, cioè la furbizia italica) dovremmo capire che non possiamo arrivare
tutti primi ma che un posto per noi da qualche parte c’è.
Le vie del gioco d’azzardo sono vicoli ciechi però, il
lavoro vicino a casa non è detto si possa avere, quella villa e quella grossa
auto sono comunque oltre la portata, la vacanza in aereo in un luogo da rivista
di viaggi è riservata ad altri.
Ma un posto pure per me deve esserci, o per te, una
casellina vuota che ci aspetta.
La sola cosa che occorre evitare è l’illusione della
facilità, l’illusione della felicità, l’illusione. Tutto il resto, una volta
scesi con i piedi a terra, dovrebbe essere in qualche modo giusto, deve
esserlo.
Mi fa rabbia vedere chi spreca potenzialità, o il poco che
ha, ma allo stesso modo, anzi, molto di più, mi trasmette un bisogno di reazione
profondo chi non vede o finge di non vedere e approfitta della situazione,
lasciando che gli altri affoghino e guardandoli al sicuro, da lontano, su una
imbarcazione o da terra.
Sei il primo oppure va bene anche il secondo, o il terzo. Va
bene un posto qualsiasi, ma uno deve esserci.
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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