Ermete non è il fondatore né il presidente bensì il socio
più anziano e l’animatore più attivo di tutto il circolo e quasi tutti lo
considerano il vero presidente.
Ha organizzato in 10 anni di sua permanenza oltre 15 mostre
personali dei soci, fotografiche o pittoriche, e quasi il doppio di collettive,
con lavori di ogni genere, compreso il modellismo.
L’associazione “Grandangolo”, che prima del suo arrivo
tirava a campare ed era un bar privato dove i pensionati, praticamente solo
uomini, andavano ad assopirsi giocando a volte a carte e fingendo di scattare
qualche foto, spiazzati dall’avvento del digitale, loro, affezionati alla
vecchia pellicola, aveva subito una mutazione globale.
Ermete, con l’arrivo della pensione, aveva deciso che a 59
anni non si è vecchi, anzi, ricomincia la vita. Aveva sgobbato da sempre, ma si
era anche sempre ritagliato i suoi spazi, e specialmente dopo la perdita a
causa di un pirata della strada della sua amata Pina aveva deciso che non
voleva chiudersi in casa, ed aveva iniziato a frequentare teatri e mostre,
spesso muovendosi durante i fine settimana, e non sempre da solo. Con le donne
riscuoteva un buon successo, anche con le giovani, e dopo l’addio a Pina non
aveva motivo per rinunciare a qualche incontro se capitava, ma voleva evitare
coinvolgimenti troppo seri. Aveva sofferto troppo per sua moglie, anche se
pochi lo avevano notato, e non voleva più ricascarci.
Il “Grandangolo” aveva trovato una nuova sede, aveva
cominciato a ricevere richieste di iscrizioni anche da molte donne, si era
rivitalizzato, ed era un ribollire continuo di attività. La quota per
l’iscrizione non era più proprio modesta, come lo era rimasta per anni ed anni,
ma in cambio l’offerta di animazione che si trovava tra quelle mura era
ammirevole.
L’ultima idea venuta ad Ermete è quella di recuperare
vecchie foto d’epoca e poi di ritornare negli stessi luoghi ed immortalare la
situazione di oggi, per vedere i mutamenti che il tempo e le attività umane
portano alla nostra geografia quotidiana.
Si alza quindi molto presto, quando è ancora notte, e prende
l’auto perché, come ha comunicato ai suoi amici, intende fotografare alle prime
luci del giorno i laghetti di Foscoli, inquadrandoli esattamente come sono
ritratti in una vecchia immagine sbiadita di circa 40 anni prima. Arriva sul
posto, che conosce relativamente bene, e trova un parcheggio adatto usando i
fari della sua orgogliosa Giulia Alfa Romeo 1750 ultima serie. Scarica la borsa
col materiale fotografico e si avvicina alla sponda del laghetto superiore, nel
punto esatto dove intende aspettare il momento buono per scattare le immagini
che ha in mente.
Ermete è troppo attento a guardare le ombre degli alberi ed
cercare il punto adatto per piazzare il cavalletto della sua fotocamera per
sentire alle sue spalle i movimenti furtivi di tre giovani che si
materializzano all’improvviso e che lui nota solo quando è troppo tardi. Lo agguantano senza molta delicatezza, lo
gettano nell’acqua gelida, mantenendogli la testa sotto ed aspettano che smetta
di agitarsi. Lasciano quindi il suo corpo per metà sommerso, ormai senza vita,
controllano che sulla ghiaia non siano rimasti segni del loro passaggio e poi
si separano, allontanandosi ognuno in direzioni diverse, mentre la notte sta per cedere all’alba di un nuovo giorno.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.