Non solo uno, direbbe qualcuno.
Il primo teatro storico fu allestito in città nell'attuale piazzetta municipale sotto la
dinastia estense (la più longeva dell’intera Europa, secondo quanto
scrive Claudio Maria Goldoni nel suo ATLANTE ESTENSE).
Un teatro all’aperto con il palco dei signori
posto in alto esattamente davanti alla cappella degli Este, la
Chiesa Nuova, fatta edificare all’interno del Palazzo Ducale (oggi Palazzo Municipale)
da Ercole I nel 1476. Quella chiesa venne in seguito ampliata ed abbellita, poi
dimenticata, e ridotta quasi in rovina, prima di essere trasformata negli anni
20 del secolo scorso nella Sala Estense, piccolo teatro e cinema nel centro
cittadino. Ancora oggi è un gioiello vitale e usato in molte occasioni
dai ferraresi. Chi ha visto film ambientati a Ferrara (come la lunga notte del '43) quasi sicuramente lo avrà notato nelle inquadrature.
Ercole I d'Este |
Tornando a quel teatro all’aperto del quale ho iniziato a
scrivere, il palcoscenico venne ricavato nel lato sud della piazzetta senza risparmiare
sui fondi a disposizione. Si racconta infatti che il duca abbia speso per la storica
rappresentazione de “I Menecmi” di Plauto, il 25 gennaio del 1486, la somma di 1000 ducati. L'aspetto importante da non sottovalutare fu che gli attori recitarono in
lingua volgare, per essere capiti da tutto il popolo, e non in latino, lingua originale del testo.
Allo spettacolo assistettero circa diecimila spettatori.
Il duca Ercole I con la duchessa Eleonora d’Aragona ebbero per l'occasione come ospiti d’onore la figlia Isabella d’Este ed il neosposo Francesco Gonzaga, marchese di Mantova.
Il duca Ercole I con la duchessa Eleonora d’Aragona ebbero per l'occasione come ospiti d’onore la figlia Isabella d’Este ed il neosposo Francesco Gonzaga, marchese di Mantova.
Isabella d'Este |
Lucrezia Borgia |
Nel 1502 anche a Roma “I Menecmi” di Plauto vennero rappresentati per festeggiare Lucrezia, che andava sposa a Alfonso I d’Este, ma in privato, in latino e solo per papa Borgia e i suoi cortigiani.
Per venire a tempi più recenti, cioè agli anni dopo la
seconda guerra mondiale, a Ferrara troviamo ancora alcuni teatri.
Prima di tutto la Sala Estense, già ricordata, in piazzetta
Municipale. Questa ospita varie manifestazioni, compreso teatro di avanguardia e spettacoli musicali. L’incontro annuale più
importante che vi si tiene è quello con una rassegna di teatro dialettale
ferrarese, principalmente con la Compagnia Straferrara.
Poi l’importantissimo Teatro Comunale, recentemente dedicato
alla memoria di Claudio Abbado, inaugurato nel 1798 e riaperto, dopo la fine
della seconda guerra mondiale ed importanti lavori di ristrutturazione nel 1964.
Si trova di fronte al Castello Estense, nel centro della città.
In seguito al sisma del maggio 2012 il Comunale viene dichiarato
inagibile ma solo pochi mesi dopo, nel settembre dello stesso anno, viene
riaperto con un concerto inaugurale diretto da Claudio Abbado che dirige la
Lucerne Festival Orchestra e con la partecipazione del pianista Maurizio
Pollini.
Poi devo arrivare a due note dolorose.
Sempre in quei giorni tragici del terremoto un altro
avvenimento colpisce duramente un pezzo della cultura cittadina. Il cinema – teatro
Nuovo, ritrovo per generazioni di ferraresi sia per gli spettacoli
cinematografici sia per quelli teatrali, in particolare teatro leggero ed
operetta, viene distrutto dall’azione vandalica ed ai miei occhi inspiegabile
della stupidità umana. Una squallida motivazione economica è alla base di un’azione
inqualificabile e barbara.
Ora quel teatro distrutto e non ancora ricostruito è una macchia che pesa sull’intera città, perché era raffinato e funzionale, affacciato sul Listone, cioè piazza Trento Trieste, ed il suo cartellone era una gioia per gli occhi e la fantasia.
Ora quel teatro distrutto e non ancora ricostruito è una macchia che pesa sull’intera città, perché era raffinato e funzionale, affacciato sul Listone, cioè piazza Trento Trieste, ed il suo cartellone era una gioia per gli occhi e la fantasia.
E poi ancora il teatro Verdi, attivo come arena Tosi-Borghi
già dall’Ottocento e ristrutturato sotto forma di moderno teatro col nome di Teatro
Verdi poco prima dello scoppio della grande guerra, un teatro popolare che
negli anni ‘50 e '60 abbinava allo spettacolo cinematografico la classica rivista, l’avanspettacolo,
con le ballerine, i comici, i numeri di arte varia e le scenette.
Per lunghi anni ha retto, sino a quando il genere è rimasto vivo, poi si è lentamente trasformato, ha ceduto ai tempi, e per una stagione effimera il suo spettacolo di rivista è velocemente virato verso l'erotico, con numeri quasi da locale notturno e spogliarelli sempre più spinti. Poi è arrivata la crisi finale e la chiusura, per oltre 30 anni. Recentemente lavori di ristrutturazione sembravano anticipare un suo recupero, ma le ultime notizie in merito sono abbastanza negative e fanno sperare ben poco..
Per lunghi anni ha retto, sino a quando il genere è rimasto vivo, poi si è lentamente trasformato, ha ceduto ai tempi, e per una stagione effimera il suo spettacolo di rivista è velocemente virato verso l'erotico, con numeri quasi da locale notturno e spogliarelli sempre più spinti. Poi è arrivata la crisi finale e la chiusura, per oltre 30 anni. Recentemente lavori di ristrutturazione sembravano anticipare un suo recupero, ma le ultime notizie in merito sono abbastanza negative e fanno sperare ben poco..
Dopo le due vicende tristi appena citate voglio però concludere in modo più ottimistico e ricordare che a poca distanza da
Ferrara, esattamente a Pontelagoscuro, esiste il teatro Nucleo, ribattezzato Teatro Julio Cortazar.
Qui in scena salgono ancora la fantasia e il sogno, ed il luogo incarna una speranza di cultura e di spettacolo, spesso affidata a giovani, che non vuole morire.
Qui in scena salgono ancora la fantasia e il sogno, ed il luogo incarna una speranza di cultura e di spettacolo, spesso affidata a giovani, che non vuole morire.
Consiglio la lettura di: ...el duca sonava et cantava, di Alessandra Chiappino, Fondazione Carife, che mi ha evidentemente aiutato molto nel mio testo.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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