Paola nasce mentre il padre è lontano, all’estero per
lavoro, ma trascorre i primi anni circondata dall’amore di Lucia, la madre, che
è rimasta al paese vicino al mare, e dei nonni materni ormai anziani ma felici
di avere una bambina da accudire mentre la figlia lavora. È una bella donna,
Lucia, capelli nerissimi, occhi profondi e vivaci, viso magro e zigomi forti,
da greca o turca, e forse andando indietro nel tempo probabilmente è proprio in
quelle terre non lontanissime che stanno le sue antiche radici. I pochi parenti
vicini vivono la loro vita e non hanno rapporti molto stretti con loro, che del
resto non ne hanno bisogno.
Ogni tanto il padre torna, due o tre volte ogni anno, ed è
sempre una festa. Quando Paola sta per compiere sei anni arriva il primo
fratellino, Dario, e lei si diverte ad aiutare la mamma ed i nonni a seguirlo,
sentendosi perfetta per quel ruolo.
Ora lei sente la mamma ed il papà che fanno progetti, ed
inizia a capire che lui tra un po’ tornerà per stare poi sempre con loro. Parlano
di un ristorante sul mare, di una grande casa, di tanta gente, e lei, da
bambina, sogna castelli magici o grandi ville come quelle che vede in
televisione.
Un bellissimo giorno di sole, in primavera, uno di quei
giorni perfetti nei quali tutto può accadere perché il mare è calmo e l’orizzonte
è pulito, il padre torna, come aveva promesso, per restare. Porta due grosse
valigie e poi abbracci e lacrime, e finalmente si può aspettare l’estate, la
bella estate.
Nei due anni che seguono arrivano anche Vincenzo e Giuseppe,
i due fratellini più piccoli, mentre i nonni, felici per la famiglia che
cresce, decidono che ora tocca a loro lasciare spazio ai giovani, e se ne vanno
a pochi mesi di distanza uno dall’altra. Ora non c’è più bisogno di loro, e se
una dei due ormai è stanca, l’altro vuole seguirla presto, sicuro che la sua
presenza non sia più indispensabile.
La grande casa inizia prendere forma. Federico è un bravo
muratore ed il progetto lo ha firmato un amico che ha studiato, ma nessuno bada
troppo a permessi e burocrazia quindi, con l’aiuto di un paio di contadini
senza troppo lavoro, le stanze aumentano, viene costruito il salone, poi la
veranda e anche la cucina viene ingrandita.
Paola guarda orgogliosa il suo uomo costruire il loro tanto
sognato futuro, con la tristezza per i genitori che non lo vedranno ma con la
consolazione che sono morti vedendoli felici.
Un giorno sono tutti assieme, lei, Paola, Dario, Vincenzo e
Giuseppe a guardare Federico che sale su una scala per passare mattoni ad uno
dei suoi aiutanti, quando un’auto arriva silenziosa e ne scendono due uomini, eleganti,
con un paio di valigette, e si avvicinano alla casa in costruzione.
La sera Paola sente i genitori che discutono, in cucina, con
le porte chiuse, e non capisce bene cosa si dicono, ma avverte che sono parole
gravi, che portano nubi e temporali.
Il giorno dopo la visita dei due con le valigette il padre
sospende tutti i lavori, e si allontana già dalle prime ore dell’alba con la
loro vecchia auto scassata. In casa i bambini fanno silenzio, e Paola è
incaricata di badare che i fratellini più piccoli non facciano cose pericolose.
Lei ha già 12 anni, Dario invece ne ha solo 6 e non può badare ai più piccoli,
di tre e due anni.
La madre è muta, e non sorride come i giorni precedenti. Quando la sera tardi torna Federico lei si precipita ad accoglierlo, ma dice ai bambini di restare in casa, e di andare a letto, che ormai è tardi.
La madre è muta, e non sorride come i giorni precedenti. Quando la sera tardi torna Federico lei si precipita ad accoglierlo, ma dice ai bambini di restare in casa, e di andare a letto, che ormai è tardi.
Trascorrono giornate strane, di silenzi ed assenze. I due
aiutanti non si vedono più. Il padre è quasi sempre fuori. La madre si
rinchiude ogni tanto in cucina e ne esce con gli occhi rossi, poi cerca di
fare qualche battuta, per tranquillizzare i bambini, ma non risponde alle domande
di Paola.
Poi tutto precipita. Un’auto dei carabinieri arriva, un
tardo pomeriggio, e un brigadiere si avvicina alla casa, bussa, vede Lucia e le
dice poche parole. Lei sviene, davanti al militare, che riesce a sostenerla
appena in tempo prima che batta la testa sul cemento della base della tettoia.
Il padre si è impiccato ad un ulivo, un vecchio ulivo, uno
dei più vecchi del paese, e lo hanno trovato per caso un paio di cacciatori.
Paola non sviene, ma muore dentro. Cambia, diventa un’altra,
abbandona i suoi interessi, segue poco e svogliatamente i fratelli. Quando inizia
l’anno scolastico ha ancora davanti agli occhi le scene del funerale del padre,
senza prete, ma con quasi tutto il paese a rendere omaggio in modo ipocrita. Il
primo giorno si picchia con una vecchia compagna di classe. Il secondo giorno
si fa buttare fuori dall’aula perché offende una professoressa. Il terzo
giorno, accompagnata dalla madre, viene ammessa a condizione che cambi
atteggiamento, ma in realtà si isola soltanto. Non studia e non fa compiti a
casa. Non si fa avvicinare da nessuno. Non risponde a nessuno. Non si fa
aiutare da nessuno.
Una sera Lucia la cerca, non la trova, si spaventa, chiama
aiuto, lascia una lontana cugina a guardare i fratelli e va a cercarla. Dopo ore trova Paola, è
nel vecchio cimitero, urla al padre di venire fuori, scava la terra con
le mani nude, con tutto il fiato che ha in corpo gli dice che non è giusto che
se ne sia andato così.
Poi torna a casa, con la madre, le mani sporche di terra, e non parla, la segue semplicemente in silenzio.
Poi torna a casa, con la madre, le mani sporche di terra, e non parla, la segue semplicemente in silenzio.
(Solo molti anni dopo,
quando Paola sta per compiere ormai vent’anni e lavora da tempo come cameriera
in un ristorante sulla riviera, un locale esattamente come quello che avrebbe
voluto costruirsi il padre, il figlio del padrone, tornando dai suoi studi all’estero,
la vede per la prima volta, e chiede al padre chi sia quella ragazza)
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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