venerdì 30 maggio 2014

Cacciatori


La moglie Enrica è morta solo pochi mesi prima, caduta accidentalmente lungo una scalinata del quartiere durante la sua solita passeggiata giornaliera, pare appurato a causa di una buccia di banana lasciata cadere da qualche incosciente. Si godevano la loro vecchiaia, con due buone pensioni, lei da insegnante, e lui da ex dirigente dell’INAIL. Stavano bene, si potevano permettere vacanze in giro per l’Europa, e malgrado gli acciacchi dell’età non si potevano lamentare.
Ora Flavio ha perso molti interessi. Esce ancora, vede qualcuno, ma non ha più desideri da soddisfare o progetti da realizzare con lei. Si lascia aiutare da una signora italiana per tutte le faccende domestiche – non ne vuol sapere di stranieri in casa sua – ed ha molto tempo libero, per leggere o scrivere, potrebbe anche scrivere un libro, ma non ne sente veramente il bisogno. Ha 73 anni compiuti da poco, e non desidera guadagnare né ottenere fama. Si lascia solo vivere.
Quella sera, verso le 23, spegne la televisione, va in bagno, si prepara per la notte e poi si corica, senza alcun entusiasmo. Fa fatica a prendere sonno, ed ormai si imbottisce di sonniferi per non svegliarsi nel cuore della notte o per non avere incubi tra sonno e veglia.
Alle 4 di mattina, aprendo da professionisti il portoncino blindato del suo appartamento due giovani, con scarpe da ginnastica ai piedi e guanti per non lasciare impronte, si dirigono silenziosamente verso la sua camera da letto, controllano che lui stia dormendo, uno dei due va nella cucina che si affaccia sul cortile interno del palazzo signorile, apre le imposte e verifica che ogni luce sia spenta alle finestre che si affacciano nel pozzo buio del quale non si vede il fondo.
Poi, in pochi istanti, ritorna sui suoi passi, entrambi prendono Flavio, lo immobilizzano, lo sollevano di peso tenendogli una mano sulla bocca, lo trasportano in cucina e poi lo gettano nel vuoto. Un urlo rauco, un suono sordo e poi ritorna il silenzio. I due escono dall’appartamento senza toccare assolutamente nulla, richiudono il portoncino esattamente come lo avevano trovato e spariscono nella notte che sta per cedere all’alba di un nuovo giorno.
                                                                                           Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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