venerdì 20 novembre 2020

Sono salito sul tram

Sono quasi le 7 e 40.

Devo arrivare alla fermata alle 7 e 40, mi hanno detto di essere puntualissimo, il mio tram non ammette ritardi o anticipi. Non capisco per quale motivo non posso presentarmi prima, come spesso mi capita agli appuntamenti. Tanto aspetterei un po', per me non sarebbe un problema. Ma eseguo alla lettera adottando però un piccolo accorgimento, cioè arrivo a circa cento metri dalla fermata e poi aspetto il momento giusto per muovermi e dirigermi alla meta.

Intanto vedo una donna che si avvicina alla mia fermata, sale sul marciapiedi accanto alla tramvia e contemporaneamente arriva il tram, ad una sola carrozza. La porta si apre, lei sale subito e il mezzo riparte.

Mi viene l’istinto di cominciare a correre per non perderlo, ma non faccio quasi in tempo a pensarlo che si è già allontanato.

Mi sono distratto, ma ora devo muovermi. Credo di intuire che mentre io mi avvicinerò alla fermata il mio tram si avvicinerà a sua volta, come è avvenuto con la donna prima di me. E tutto succede esattamente come immaginavo. Arrivo alle 7 e 40 precise al marciapiedi, e intanto la mia carrozza si è fermata ed ha aperto la porta.

Salgo. Un uomo in divisa mi mette in mano un biglietto e mi fa cenno di sedere. Il sedile è rivolto all’indietro, mentre io preferisco guardare avanti. Tento di dirlo ma l’uomo con un cenno mi fa capire che devo sedere dove mi ha indicato, e mi invita anche a leggere il biglietto che mi ha dato mostrandomene uno simile, che tiene in mano. Lo leggo, ma mi sembra assurdo. Capisco solo che ho la possibilità di scendere una sola volta e che quel tram per me non passerà più. Se sbaglierò fermata mi dovrò arrangiare, ma potrò sempre rifare quanto avevo fatto prima e arriverò dove devo arrivare. In caso contrario, se scenderò al punto giusto del percorso, avrò la possibilità di ricominciare e fare in modo diverso. Ma in modo diverso cosa?

Guardo fuori dal finestrino, e non capisco cosa succede. Ho quasi l’impressione di fare giri a vuoto, sempre attorno allo stesso isolato. Dove stiamo andando esattamente?

Domanda sbagliata, sento chiaramente. E chi ha parlato? Sono il solo passeggero e l’uomo in divisa si è pure spostato. Non lo vedo più.

Guardo fuori, ho una sensazione vaga di andare verso l’irreparabile, e non mi piace ignorare del tutto il luogo verso il quale al quale sono diretto. Sbagli ancora, guarda con attenzione. La stessa voce di prima, e mi spavento. Osservo fuori dal finestrino. Qualcosa è cambiato, non capisco esattamente cosa, e rimango come affascinato da una marea di immagini che mi assale. Sono immagini che mi riguardano, ma…

Sono preso da una sorta di vero terrore. Mi alzo, arrivo alla porta automatica e spingo il pulsante. Pochi istanti ed il tram si ferma. Scendo.

                                                           - - - -

Un bambino, con i pantaloncini corti, sta percorrendo al mattino il suo solito tragitto da casa al centro. Arriva al piccolo vicolo sterrato dove il cane di sempre lo accoglie con latrati aggressivi. Si avvicina a lui, abbia e ringhia. E il bambino scappa. Il bambino però ha visto già che domani porterà un pezzetto di pane, lo offrirà non senza paura al cane e quello, smettendo di abbaiare, si avvicinerà e con delicatezza accetterà il piccolo omaggio. Mentre rallenta la corsa, ormai lontano dall’animale che non si è spostato dal suo posto, intuisce che domani quella sarà la cosa da fare, ma che, se decidesse di non farla, tutto si svolgerebbe esattamente come oggi. E in quel caso il futuro potrebbe essere diverso.

                               Ciao, viz.

                                                                          Silvano C.©   


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