venerdì 13 novembre 2020

Murano, Burano, Torcello

La sequenza degli eventi è il loro orizzonte, ed il presente lo posso vivere solo potendomi illudere di programmare il futuro basandomi sulla mia esperienza, che viene dal passato.

Tu mi accompagni a Venezia, perché da tempo voglio tornare sulla laguna e non mi interessa cosa avviene ora. Ma non mi bastano le calli, non mi accontento di nulla di ciò che in passato mi avrebbe riempito più di un giorno.

Voglio che tu mi porti a rivisitare l’isola di San Michele, che ha rubato il nome all’angelo con la spada e che ora accoglie chi è partito prima di noi, magari arrivato lì dall’ospedale sulle Fondamenta Nuove, poco lontano.

Poi Murano, entrando dove ora è proibito, a ritrovare antichi suoni, che ti racconterò per le volte nelle quali non c’eri. Perché da Murano veniva quel grande posacenere che ruppi stupidamente, poco dopo averti conosciuta.

A Burano con calma, con meno ricordi ma con maggiore pace. Le case ed i loro colori, l’acqua, sempre in movimento, che cambia col cambiare dell’ora del giorno. A trovare un po' di serenità, un regalo.

E poi verso Torcello, ma in viaggio verso l’isola, sempre in viaggio per raggiungerla. Non ho alcuna speranza di arrivare veramente da nessuna parte, mi basta l’idea di poterlo immaginare.

Mi è sufficiente una sequenza preordinata ed organizzata, una serie non finita di visite che mi lasci gradi di libertà da concedere al destino per poterti rivedere. Questo oggi, Viz. Domani ancora non è scritto.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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