Una cosa inaccettabile del funerale è che, per quanto possa essere solenne e partecipato, profondamente sentito e a volte spettacolare, non sia mai possibile, alla sera, parlarne col diretto o la diretta interessata. Neppure una telefonata, una semplice visita, un saluto da lontano. Nulla.
Questa cosa già in parte mi aveva infastidito non poco con te, ma tu sei un’eccezione. Prima di tutto mi hai permesso di rimandare la cerimonia e in qualche modo questo ha reso più naturale il passaggio da un mondo all’altro, e poi ti ho trattenuta e sei rimasta presente, volente o nolente, e mi parli per interposta persona. Non sento più la tua voce al telefono, ma mi arriva per altre vie. La tua voce rubata è uno dei peggiori furti che ho subito, ma non posso sporgere denuncia.
In meno di sette giorni due funerali non sono poco. Al primo sono arrivato in ritardo, ma sono comunque arrivato. Al secondo ho direttamente sbagliato cimitero, facendo circa una decina di chilometri a vuoto, e poi sono arrivato ancora in ritardo perché la cerimonia è stata un semplice saluto, ed io non conoscevo la famiglia ma solo chi è partito. Ora non lo vedrò più in giro per strada come mi capitava sino a pochi mesi fa. Ho potuto scambiare due parole con chi lo conosceva come me, e nulla di più. In qualche modo l’ho salutato, a modo mio, spero che mi abbia visto.
Dopo il funerale si spezza un’abitudine e altre dovranno prenderne il posto. Eppure potrebbe essere un momento allegro e il festeggiato partecipare maggiormente, discutendo di quello che è andato bene e di quello che non ha funzionato. Solo dopo, come se si trattasse di un matrimonio, potrebbe salutare e partire, con la promessa di divertirsi, di pensare a noi e di farsi sentire appena possibile.
Meglio quindi un matrimonio, se posso scegliere. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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