Il rovescio

Un’operazione da tentare sempre quando sembra che tutto vada peggiorando irrimediabilmente è di allargare il campo di osservazione e cercare altri punti di vista o modalità di approccio. Non voglio arrivare alla considerazione che di un conclamato criminale di guerra si possa dire che ha fatto pure qualcosa di buono. Tutti noi abbiano fatto qualcosa di buono. Anche solo accudire un figlio, salutare qualcuno con cortesia o fare una piccola elemosina è qualcosa di buono, che non può tuttavia nascondere il resto.

Non è questo che mi interessa, piuttosto trovare una via di salvezza individuale, un modo per sopravvivere quando la depressione si avvicina e attorno si diffonde rabbia, pessimismo, rassegnazione, accuse a tutti tranne che a sé stessi e senso di sconfitta.

Non ho cure o medicine per nessuno. Non farò nessun esempio specifico, ma rifletto che quando ad un evento tragico, come la scomparsa di una persona, si accompagna una persistente situazione sociale e sanitaria sempre più problematica possono emergere possibilità impreviste e non programmate, magari assolutamente provvisorie.

A questo punto, Viz, mi chiedo esattamente cosa di buono possa aver portato la tua morte. Se la logica di prima è valida, allora lo deve essere anche in questo caso, e non ne sono convinto. Dammi un motivo per cui il gioco ha valso la candela. Il rovescio della medaglia insomma, se è possibile fare quest’associazione di idee. Se non ti posso più vedere direttamente, permettimi di vederti ancora a lungo in tutti gli altri modi possibili indirettamente. Questo, se non posso altro, vorrei avere. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©   

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