giovedì 26 novembre 2020

Ordinare, classificare, raccogliere, selezionare, eliminare, e ritrovare

Per evitare di annoiarmi, cosa che mi capita di rado, a volte anticipo il potenziale problema con una serie di operazioni che consistono nell’ordinare, classificare, raccogliere, selezionare, e purtroppo anche eliminare. E questo lo faccio casualmente. Ho talmente tanto caos attorno a me che ovunque posi lo sguardo, anche in questo momento, potrei trovarmi da fare sino a sera. La pigrizia, altri interessi e la precisa volontà di tenere lontana la belva sempre pronta ad aggredirmi mi fanno desistere. 

Mi capita di avere pezzi doppi tra gli utensili perché non trovo quello che so di avere e al momento del bisogno devo comprare una chiave, un cacciavite o un qualsiasi attrezzo. Pure con i libri a volte mi succede, perché un autore o un titolo mi interessano e rivendendolo non ricordo di averlo già preso, così lo ricompro. Potrei dire lo stesso quasi per ogni genere di cose. Anche le immagini fotografiche del mio caotico archivio sono in cartelle dai nomi improbabili, o spostate su supporti non sempre comodi. 

Non ho una vita ordinata, ma se voglio viverla non mi va di ordinarla. Io sono quello che sono, anche il caos e la contraddizione, e non devo pensarci troppo. Chi sa tenere maggiormente in ordine può dimostrarmi di essere più felice e di non pentirsi mai di aver fatto ordine e gettato qualcosa che poi gli sarebbe tornata utile? La maggior felicità sarebbe un argomento forte, lo ammetto, ma il troppo amore porta anche a questi problemi, e chi ama non è detto che ottenga, solo per questo, un qualche diritto speciale. Le cose non mi danno la felicità ma neppure la loro assenza o il rinunciarvi. Dovrei riformulare le azioni di prima aggiungendone una, e così diventerebbero: ordinare, classificare, raccogliere, selezionare, eliminare e ritrovare. Ritrovare è importante, e non poterlo fare mi crea qualche problema, lo so.

Ritrovare te però, per quanto mi è concesso, mi riesce in modo accettabile anche se non sufficiente. Il possibile forse lo faccio, anche se avrei potuto fare alcune cose, o dire alcune parole molto prima. Ciao, viz.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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