Ieri

Non era la terra promessa, ma ritornandovi qualche tempo dopo pare proprio che lo sia stata.

Sembrava una cosa da nulla, una gita come tante, che si sarebbe ripetuta ogni volta che ne avrei provato il desiderio, nulla di veramente memorabile. E infatti me la ricordo ancora.

Un incontro ed una cena al mare, tre vite fa. Alcune cose avrebbero potuto essere completamente diverse, poi, semplicemente, non sono avvenute.

Penso a una serie di lettere spedite in due diverse province, Trento e Belluno. Succedeva ieri, e ora so come il caso ha deciso per me. Io ho voluto mettermi al tavolo da gioco, se non lo avessi fatto non ci sarebbe stato alcun mio atto cosciente, ma pur avendolo fatto sono stati i dadi a decidere per me, non io. Solo i dadi. Ed era ieri.

Sembrano anni mitici quelli finiti per sempre, ma erano anni come quelli di oggi. Ieri era solo l’oggi di allora, imperscrutabile, pieno di paure e speranze, con disillusioni e accettazione di una parte della realtà. Mai di tutta, ovviamente. Chi è in grado di capire e accettare tutto quanto vive mi sembra simile all’uomo di Kipling, impossibile. Tutto sommato preferisco la donna di Helen Lyndon Goff, perché lei, in una celebre trasposizione cinematografica si definì praticamente perfetta. Un abisso tra la seriosità dell’uomo e l’allegria autoironica della donna.

Il mio ieri sei tu, alla fine. Ora insistere sul concetto sarebbe inutile, Viz, ed il mio timore di poter perdere altre parti di te che sono rimaste forse mi impedisce di vedere in modo ottimista il futuro, ma anche oggi sarà lo ieri di un giorno che verrà, quindi me ne faccio una ragione. Molto di ciò che mi capita non dipende da me. Mi consola che tu non debba vivere alcune tragedie di oggi, ma non so se sia un pensiero giusto. La vita è pericolo per sua definizione, è incertezza e rischio. Quindi meglio che non dica altre bestialità, per adesso bastano.

                                                                          Silvano C.©   

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