mercoledì 1 luglio 2020

ogni piccolo passo appartiene ad un percorso




Ho letto pensieri scritti da Rumiz che vorrei aver scritto io. Una riflessione che lui condivide è che camminare aiuta il pensiero, in particolare se si è in leggera salita. Le parole esatte ora non le so ripetere, si perdono in un pozzo quasi pieno sino all’orlo di idee e spunti assolutamente imperdibili ma stratificati e sedimentati, quindi spariti dalla superficie visibile, spesso anche dalla memoria cosciente e forse pure da quella inconscia. Quest’ultima al momento opportuno sa recuperare il file perduto nell’hard disk, ma credo non li possa raggiungere tutti, alcuni vengono danneggiati in modo irreparabile.

Camminare, per chi ha la fortuna di poterlo fare, è un aiuto non solo fisico ma mentale ed emotivo. Si può anche piangere, camminando, oppure distrarsi tanto dal percorso sino ad arrivare a perdersi, ma solo un po'. Ogni singolo passo poi, indiscutibilmente, appartiene ad un percorso che solitamente prevede un punto di partenza ed uno di arrivo, ma entrambi questi limiti non sono per forza netti e definiti. Insomma, il caos regna sovrano in ogni mio tentativo di organizzare secondo una tassonomia personale l’importanza dei fatti reali e di quelli non visibili.

L’azione fisica non esclude o non dovrebbe escludere il pensiero, anche se talvolta questo sarebbe un sollievo. E pure l’inerzia di lasciarsi passare sopra il tempo ignorandolo, senza muovere nessun muscolo, non è sufficiente ad escludere il pensiero, ma lo porta in una zona più vicino al sogno, lo astrae.
Camminare rimane però l’attività fondamentale per lasciar spazio alla mente, a condizione che non sia legata fortemente alla contingenza, molto più che eseguire lavori fisici poco impegnativi che pretendono una maggior attenzione. Le pulizie di casa o un piccolo lavoro di manutenzione artigianale non lasciano la stessa libertà di due passi in città o su un sentiero, ed ecco il motivo che mi spinge, in tempi recenti, ad evitare il più possibile manutenzioni e pulizie non necessarie e quindi a preferire due passi, anche se brevi.

                                                                      Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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