Ho letto pensieri scritti da
Rumiz che vorrei aver scritto io. Una riflessione che lui condivide è che camminare
aiuta il pensiero, in particolare se si è in leggera salita. Le parole esatte ora
non le so ripetere, si perdono in un pozzo quasi pieno sino all’orlo di idee e spunti
assolutamente imperdibili ma stratificati e sedimentati, quindi spariti dalla
superficie visibile, spesso anche dalla memoria cosciente e forse pure da
quella inconscia. Quest’ultima al momento opportuno sa recuperare il file perduto
nell’hard disk, ma credo non li possa raggiungere tutti, alcuni vengono
danneggiati in modo irreparabile.
Camminare, per chi ha la fortuna
di poterlo fare, è un aiuto non solo fisico ma mentale ed emotivo. Si può anche
piangere, camminando, oppure distrarsi tanto dal percorso sino ad arrivare a perdersi,
ma solo un po'. Ogni singolo passo poi, indiscutibilmente, appartiene ad un
percorso che solitamente prevede un punto di partenza ed uno di arrivo, ma
entrambi questi limiti non sono per forza netti e definiti. Insomma, il caos
regna sovrano in ogni mio tentativo di organizzare secondo una tassonomia personale
l’importanza dei fatti reali e di quelli non visibili.
L’azione fisica non esclude o
non dovrebbe escludere il pensiero, anche se talvolta questo sarebbe un sollievo.
E pure l’inerzia di lasciarsi passare sopra il tempo ignorandolo, senza muovere
nessun muscolo, non è sufficiente ad escludere il pensiero, ma lo porta in una
zona più vicino al sogno, lo astrae.
Camminare rimane però l’attività
fondamentale per lasciar spazio alla mente, a condizione che non sia legata
fortemente alla contingenza, molto più che eseguire lavori fisici poco impegnativi
che pretendono una maggior attenzione. Le pulizie di casa o un piccolo lavoro di
manutenzione artigianale non lasciano la stessa libertà di due passi in città o
su un sentiero, ed ecco il motivo che mi spinge, in tempi recenti, ad evitare
il più possibile manutenzioni e pulizie non necessarie e quindi a preferire due passi, anche se brevi.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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