Grandi distese di lavanda, sterminate,
fotografate e poi riprodotte in cartoline per turisti…noi fummo turisti.
Impossibile vivere andando solo avanti e non
tornare indietro. Vorrei, lo confesso, liberare la mente e non pensare a nulla,
riempirmi di futile dilettevole e leggero, distrarmi con banalità rassicuranti
e camminare a mente sgombra ovunque, da solo o con qualcuno. Ma non ci riesco. Basta
niente e da un colore, un profumo o un’immagine mi arriva ciò che vorrei
condividere con te, perché è legato a qualcosa che facemmo, vedemmo, scoprimmo.
Il passato remoto rende ogni cosa più triste, ma non posso mentire al tempo. Lo
specchio mi fa capire che non è possibile, e lo confermano sia le crepe sui muri sia
la polvere che si deposita. Anche le rate condominiali sembrano uno strano
orologio che ticchetta le scadenze con le stagioni e gli anni.
Non penso di essere originale, la vita non mai
originale, e quella parte che ci tocca è stata vissuta già migliaia di altre
volte con nomi diversi.
Ma io sarei pronto a svolgere con diligenza
ogni giorno un tema nuovo, partendo dalle indicazioni assegnate. Mi ripeterei
il giusto, toccherei l’ovvio, ripercorrerei gli stessi corridoi. Chi si
vergogna a ripercorrere ogni giorno un certo tragitto necessario? Ritrovare la stessa pietra che sporge in quel muro, o avvertire l’identico
odore del giorno prima svoltato quell’angolo è ripetizione.
La lavanda la ritrovo fiorita in queste
giornate, credo che un piccolo mazzetto intrecciato da tuo padre sia ancora al
suo posto, in un cassetto, e se l’ho gettato sono uno stupido. Un rametto te l’ho
portato in campeggio.
Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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