domenica 19 gennaio 2014

Coppie


Non parlate di coppie con chi è nato a Ferrara, si rischia come minimo di essere fraintesi. In quel caso è meglio usare il dialetto, e definire la coppia più famosa a Ferrara “ciupeta”, che altro non è che il tipico pane ferrarese con i quattro cornini, protetto da un disciplinare che, a quanto mi risulta, è stato voluto troppo rigido, per evitare imitazioni, e praticamente nessuno è più in grado di prepararlo in quel modo preciso. I tempi cambiano.
E cambiano in modo sempre più veloce, facendo crollare in un paio di generazioni, l’antica famiglia patriarcale, che aveva resistito nei secoli, ma non nei decenni del boom economico. La famiglia è diventata più snella, come minimo, e non ne fanno più parte i nonni e gli altri parenti prossimi. Ora per famiglia si vorrebbe intendere il gruppo sociale formato esclusivamente da genitori di sesso diverso e figli.
Il guaio è che neppure quel modo di vedere la cosa è più aggiornato.
Il benessere ha portato ad un aumento esponenziale dell’attenzione ai propri bisogni individuali, e quello che prima era accettato ma nascosto, cioè i tradimenti reciproci tra coniugi, ora è vissuto come occasione per rifarsi una nuova vita, con un nuovo partner, indipendentemente dal fatto che la coppia abbia o no figli.
Ho visto troppi bambini e ragazzi divisi tra due case, le loro difficoltà, il loro comportamento particolare, l’attenzione della quale hanno bisogno, anche nei casi migliori, quando cioè i genitori si sono separati in modo consensuale e mantenendo un minimo di rapporti civili, per non prevedere, per loro, un mondo diverso dal mio, da quello cioè che era vero sino ad una trentina di anni fa.
E serve allora un nuovo vocabolario, da costruire con sensibilità ed attenzione, e serve, principalmente, una nuova visione sociale meno legata a modelli dottrinali e conservatori, meno moralista e più morale, ma in senso laico.
Io accetto che chi vuole si possa sposare con rito religioso, ma non accetto invece che tale rito sia inteso come l’unico valido per uno Stato moderno, a meno che non si abbia come modello la teocrazia, che ritengo sbagliata.
E il termine matrimonio diventa terreno di scontro tra due visioni contrapposte tra loro inconciliabili. 

Esistono alcuni principi irrinunciabili:
Rispetto della persona nelle sue espressioni sociali, sessuali, politiche e religiose.
Difesa dei minori e adattamento della legislazione in modo che sia sempre aggiornata alle nuove esigenze.
Assoluta indifferenza al modo che gli altri hanno di esprimere la loro affettività a condizione che gli altri rispettino la mia.
Distinzione netta tra peccato e reato.
Garanzie che anche una coppia di gay o lesbica ha diritto di vedersi riconosciute esattamente come una coppia eterosessuale in materia di assistenza ospedaliera, rapporti con l’ente pubblico, eredità, mantenimento del contratto di affitto, difesa del più debole in caso di separazione, possibilità di adottare figli o di averli ed allevarli entrambe, nel caso di lesbiche.

Il tema dei figli è il più delicato, perché sono loro che costruiranno la società futura, sono loro i più deboli, sono loro che dipendono in tutto e per tutto dagli adulti che li fanno crescere. E, sulla base della mia esperienza di educatore, ho visto tanti e tali guasti provocati da coppie eterosessuali immature o sbagliate, scoppiate o divise con atti del tribunale ma che non concordano su nulla, che non mi si potrà mai convincere che la “famiglia tradizionale” è l’unico modello accettabile. Nelle mie ultime classi, a voler essere ottimista, almeno un terzo di alunni proveniva da una famiglia problematica sul piano dei rapporti di coppia o pagava visibilmente il fatto che i genitori della loro famiglia tradizionale erano divorziati o divisi sul come affrontare il problema dei figli. Siamo proprio sicuri che una coppia di genitori  lesbiche o di gay sarebbe stata, per loro, una situazione affettivamente più difficile? Sprecare amore, quando lo si incontra, o, ancor peggio, contrastarlo, è questo il vero ed inaccettabile peccato, che la società non ha alcun diritto di imporre ai suoi membri che votano, pagano le tasse (speriamo), lavorano (o purtroppo sono disoccupati) come tutti gli altri.
Nei bar si faranno sempre battute sul tema? È possibile, anzi, è sicuro. Ma basta non frequentare certi bar o certe persone, e ci guadagneremo in salute.

                                                                                Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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