Non parlate di coppie con chi è nato a Ferrara, si rischia
come minimo di essere fraintesi. In quel caso è meglio usare il dialetto, e
definire la coppia più famosa a Ferrara “ciupeta”, che altro non è che il
tipico pane ferrarese con i quattro cornini, protetto da un disciplinare che, a
quanto mi risulta, è stato voluto troppo rigido, per evitare imitazioni, e
praticamente nessuno è più in grado di prepararlo in quel modo preciso. I tempi
cambiano.
E cambiano in modo sempre più veloce, facendo crollare in un
paio di generazioni, l’antica famiglia patriarcale, che aveva resistito nei
secoli, ma non nei decenni del boom economico. La famiglia è diventata più
snella, come minimo, e non ne fanno più parte i nonni e gli altri parenti
prossimi. Ora per famiglia si vorrebbe intendere il gruppo sociale formato
esclusivamente da genitori di sesso diverso e figli.
Il guaio è che neppure quel modo di vedere la cosa è più
aggiornato.
Il benessere ha portato ad un aumento esponenziale
dell’attenzione ai propri bisogni individuali, e quello che prima era accettato
ma nascosto, cioè i tradimenti reciproci tra coniugi, ora è vissuto come
occasione per rifarsi una nuova vita, con un nuovo partner, indipendentemente
dal fatto che la coppia abbia o no figli.
Ho visto troppi bambini e ragazzi divisi tra due case, le
loro difficoltà, il loro comportamento particolare, l’attenzione della quale
hanno bisogno, anche nei casi migliori, quando cioè i genitori si sono separati
in modo consensuale e mantenendo un minimo di rapporti civili, per non
prevedere, per loro, un mondo diverso dal mio, da quello cioè che era vero sino
ad una trentina di anni fa.
E serve allora un nuovo vocabolario, da costruire con
sensibilità ed attenzione, e serve, principalmente, una nuova visione sociale
meno legata a modelli dottrinali e conservatori, meno moralista e più morale,
ma in senso laico.
Io accetto che chi vuole si possa sposare con rito
religioso, ma non accetto invece che tale rito sia inteso come l’unico valido
per uno Stato moderno, a meno che non si abbia come modello la teocrazia, che ritengo sbagliata.
E il termine matrimonio diventa terreno di scontro tra due
visioni contrapposte tra loro inconciliabili.
Esistono alcuni principi irrinunciabili:
Rispetto della persona nelle sue espressioni sociali,
sessuali, politiche e religiose.
Difesa dei minori e adattamento della legislazione in modo
che sia sempre aggiornata alle nuove esigenze.
Assoluta indifferenza al modo che gli altri hanno di
esprimere la loro affettività a condizione che gli altri rispettino la mia.
Distinzione netta tra peccato e reato.
Garanzie che anche una coppia di gay o lesbica ha diritto di
vedersi riconosciute esattamente come una coppia eterosessuale in materia di
assistenza ospedaliera, rapporti con l’ente pubblico, eredità, mantenimento del
contratto di affitto, difesa del più debole in caso di separazione, possibilità
di adottare figli o di averli ed allevarli entrambe, nel caso di lesbiche.
Il tema dei figli è il più delicato, perché sono loro che
costruiranno la società futura, sono loro i più deboli, sono loro
che dipendono in tutto e per tutto dagli adulti che li fanno crescere. E, sulla
base della mia esperienza di educatore, ho visto tanti e tali guasti provocati
da coppie eterosessuali immature o sbagliate, scoppiate o divise con atti del
tribunale ma che non concordano su nulla, che non mi si potrà mai convincere
che la “famiglia tradizionale” è l’unico modello accettabile. Nelle mie ultime
classi, a voler essere ottimista, almeno un terzo di alunni proveniva da una
famiglia problematica sul piano dei rapporti di coppia o pagava visibilmente il
fatto che i genitori della loro famiglia tradizionale erano divorziati o divisi
sul come affrontare il problema dei figli. Siamo proprio sicuri che una coppia
di genitori lesbiche o di gay sarebbe
stata, per loro, una situazione affettivamente più difficile? Sprecare amore,
quando lo si incontra, o, ancor peggio, contrastarlo, è questo il vero ed inaccettabile
peccato, che la società non ha alcun diritto di imporre ai suoi membri che
votano, pagano le tasse (speriamo), lavorano (o purtroppo sono disoccupati)
come tutti gli altri.
Nei bar si faranno sempre battute sul tema? È possibile,
anzi, è sicuro. Ma basta non frequentare certi bar o certe persone, e ci
guadagneremo in salute.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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