Nell’arco delle 24 ore delle quali si compone convenzionalmente una giornata per gli umani che usano questa misura del tempo giunge, prima o poi, la sera. La sera arriva anche per molti altri esseri non umani, e per questi assume significati a volte ben diversi che non per noi, e quindi diventa difficile generalizzare e trarre conclusioni esclusivamente a nostra misura.
Noi non siamo soli.
Ma la tua sera è diversa anche dalla mia, ed il linguaggio
che ora uso tu lo puoi capire solo ed esclusivamente in quanto lo paragoni e lo
raffronti a quello che tu vivi, alle tue esperienze, al tuo stato d’animo, al
fatto che continui a leggermi invece di lasciar perdere perché cominciò già ad
annoiarti.
Quando arrivano quelle ore io ho l’impressione, quasi sempre,
di aver fatto quanto dovevo o potevo, ed inizio a rimandare al domani. A volte
questo non avviene, e ciò significa che non tutto è andato come doveva, ma ora
non voglio approfondire questa eventualità.
Le ore che precedono il riposo notturno mi appaiono come un
allentamento del peso della vita, un recupero dell’indipendenza del mio
pensiero, una solitudine sconfitta, un rifugio atteso e trovato.
Mica ho detto che la sera mi senta felice, sia ben chiaro,
ma stringono meno gli artigli del giorno, come se alcuni bicchieri di
vino ingannassero lo stato vigile.
Con il calare delle ombre i contorni diventano indistinti ed
emergono i miei aspetti meno pubblici, sciolgo un po’ la corazza, mi immedesimo
in altri, vedo cosa succede dietro i vetri di una finestra illuminata anche se
in realtà non so chi realmente vive in quelle stanza. Non vedo veramente, anche
se un po’ di curiosità l’ho sempre avuta in tal senso e talvolta l’ho pure
soddisfatta, ma immagino, sogno, proietto le mie visioni.
E così vedo spezzoni di vita, ma subito dopo mi perdo nel
blu scuro quasi nero, scorgo Vespero, che tra poco tramonterà, e il cielo ed il
mare si confondono.
Un tempo pensavano che la Terra fosse piatta, perché non
immaginavano di poter camminare a testa ingiù, ma pensavano pure che
esistessero dei capricciosi che influenzavano le vicende umane per
giocare o scommettere tra loro, o ritenevano alcuni uomini inferiori, quindi da
usare come schiavi. Cosa si penserà domani io non lo so, vedo solo che sono
piccolo, molto piccolo, è ricco di abissali ignoranze.
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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