sabato 18 gennaio 2014

Sere abissali

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Nell’arco delle 24 ore delle quali si compone convenzionalmente una giornata per gli umani che usano questa misura del tempo giunge, prima o poi, la sera. La sera arriva anche per molti altri esseri non umani, e per questi assume significati a volte ben diversi che non per noi, e quindi diventa difficile generalizzare e trarre conclusioni esclusivamente a nostra misura.  
Noi non siamo soli.
Ma la tua sera è diversa anche dalla mia, ed il linguaggio che ora uso tu lo puoi capire solo ed esclusivamente in quanto lo paragoni e lo raffronti a quello che tu vivi, alle tue esperienze, al tuo stato d’animo, al fatto che continui a leggermi invece di lasciar perdere perché cominciò già ad annoiarti.
Quando arrivano quelle ore io ho l’impressione, quasi sempre, di aver fatto quanto dovevo o potevo, ed inizio a rimandare al domani. A volte questo non avviene, e ciò significa che non tutto è andato come doveva, ma ora non voglio approfondire questa eventualità.
Le ore che precedono il riposo notturno mi appaiono come un allentamento del peso della vita, un recupero dell’indipendenza del mio pensiero, una solitudine sconfitta, un rifugio atteso e trovato.
Mica ho detto che la sera mi senta felice, sia ben chiaro, ma stringono meno gli artigli del giorno, come se alcuni bicchieri di vino ingannassero lo stato vigile.
Con il calare delle ombre i contorni diventano indistinti ed emergono i miei aspetti meno pubblici, sciolgo un po’ la corazza, mi immedesimo in altri, vedo cosa succede dietro i vetri di una finestra illuminata anche se in realtà non so chi realmente vive in quelle stanza. Non vedo veramente, anche se un po’ di curiosità l’ho sempre avuta in tal senso e talvolta l’ho pure soddisfatta, ma immagino, sogno, proietto le mie visioni.
E così vedo spezzoni di vita, ma subito dopo mi perdo nel blu scuro quasi nero, scorgo Vespero, che tra poco tramonterà, e il cielo ed il mare si confondono.
Un tempo pensavano che la Terra fosse piatta, perché non immaginavano di poter camminare a testa ingiù, ma pensavano pure che esistessero dei capricciosi che influenzavano le vicende umane per giocare o scommettere tra loro, o ritenevano alcuni uomini inferiori, quindi da usare come schiavi. Cosa si penserà domani io non lo so, vedo solo che sono piccolo, molto piccolo, è ricco di abissali ignoranze.
                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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