sabato 25 gennaio 2014

Il mio sangue per la tua bellezza


Ammiriamo tesori artistici immortali, monumenti che hanno sfidato i millenni, le meraviglie del mondo insomma, quelle che ci distinguono, in parte, dalle altre bestie, o se preferisci, dagli altri animali, perché così suona più elegante. Sono la bellezza assoluta, quella destinata a non finire in poche stagioni nel nostro corpo che invecchia più velocemente di quanto tu ed io possiamo neppure immaginare. Ma sai o puoi intuire quanto sangue è costato erigere le grandi piramidi, la muraglia cinese, il partenone o il colosseo. Io a volte mi chiedo se alcune di queste opere erano necessarie al popolo che le ha erette, ai figli di chi è morto nella loro costruzione, o se sono state solo un monumento alla nostra inestinguibile sete di eternità e di affermazione del nostro potere, nel senso di chi il potere lo ha, ovviamente.
Uomini che si spacciavano per dei e quindi o erano profondamente malati o mentivano, e alcuni esemplari ancora oggi vivono tra noi, non si sono estinti.

Ma poi la mia pazzia sarebbe tanto diversa se fossi nato erede del potere o imperatore per diritto divino? No, non credo. Come fa dire Woody Allen ad un suo personaggio sia Cristo che Marx hanno sbagliato pensando che l’uomo sia fondamentalmente buono. Quando percorro la superstrada traspolesana e vedo le sue piazzole di sosta ridotte a discariche a cielo aperto non posso dire che la colpa di questo sia del governo. E neppure quando sento un barista sostenere che senza le slot dovrebbe chiudere e non potrebbe pagare l’affitto o mantenere i suoi figli. Il barista usa la stessa logica dello spacciatore quando dice che lo fa solo per poter vivere. Ovviamente i casi sono molto diversi, ma il ragionamento no, e non regge.

In realtà ammiro chi svolge il proprio dovere in silenzio, chi da madre o padre fa quello che può per i figli, chi non fa volontariato dopo essere diventato un baby pensionato ma continua sino al limite a lavorare. Ammiro chi paga le tasse pur naturalmente lamentandosi, perché è ingiusto che le paghi al posto di chi non lo fa. Ammiro chi non fa carriera e non ci tiene, anche perché ha capito i propri limiti e non intende raccontar storie a nessuno. Ammiro, insomma, chi alla Storia ha dato solo il suo sangue, mai il suo nome, mentre altri hanno legato il proprio, in certi casi, alla bellezza pagata col sangue non loro.
                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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