Facebook non è gratis e non lo sarà per sempre. Non è gratis
perché lo si paga in vari modi, anche cedendo ad esempio ogni diritto sui testi
che si mettono su quella piattaforma, accettando il fatto che ogni tanto
vengano modificati lavori inseriti in gruppi e pagine ai quali hanno
contribuito decine di persone, distruggendo la memoria storica di quanto è
avvenuto e, ovviamente, accettando pubblicità. In altre parole su Facebook si è
ospiti, non di più. Il fatto che non sia per sempre è evidente considerando che
non sarà frequentato ancora tantissimi anni prima di essere superato da altre
modalità di condivisione ed infine dimenticato. A quel punto il fatto che sia
gratis sarà come ricevere, gratis, una confezione di uova fresche da consumarsi
preferibilmente entro il marzo 2011.
Twitter è diverso come modalità di interazione, e le sue
limitazioni oggettive ne fanno anche un punto di forza. Quasi impossibile
immagazzinare su quella piattaforma lavori, al massimo messaggi brevissimi,
comunicazioni urgenti che arrivano prima di altri mezzi, e sapendo scegliere
bene chi seguire si è informati in tempo reale su tutto o quasi. Neppure
Twitter è gratis, comunque, e la pubblicità arriva pure su quella piattaforma.
Per condividere una propria conoscenza o contribuire a
formare una certa informazione il più possibile corretta e non di parte è
utilissima Wikipedia, che è gratis, ma richiede un lavoro volontario per
inserire voci, completarle o modificarle. L’enciclopedia libera è solitamente
tra le prime a fornire risposte digitando le parole chiave di una ricerca che
interessa, ed è quella la sua forza, legata anche all’uso dei collegamenti
interattivi che riempiono ogni sua singola voce. Rimane importantissima come
fonte di informazione ed approfondimento, e pure abbastanza precisa, ma
evidenzia alcuni punti critici. È scritta da non esperti e non professionisti, perché i professionisti ovviamente si fanno pagare per la loro consulenza e non hanno tempo per
contribuire gratuitamente a scrivere su Wikipedia. A volte questo crea situazioni
spiacevoli, perché, in assenza di contraddittorio, si possono anche scrivere inesattezze, in buona- o in mala-fede, che resteranno sino a quando nessuno le
scoprirà e le toglierà o correggerà. Un altro punto critico è che nessuno può ritenere sue
le cose scritte, pur rimanendone legalmente responsabile, e chiunque, pochi
giorni dopo, può intervenire modificando anche sensibilmente il lavoro che si
era fatto. Rimane però una fonte molto autorevole e democratica per moltissime
voci, perché, specialmente su temi controversi, le discussioni per arrivare ad
una voce condivisa sono a volte lunghi ed approfonditi, per non dire
estenuanti. Ed è importante esserci e comunque intervenire nelle discussioni
quando si legge qualcosa che non convince o è di parte.
Riguardo ai siti privati ed ai blog personali credo che siano quanto
di più rischioso presente in rete, non essendo garantiti da nessuno se non da
chi gestisce quelle pagine elettroniche. Quasi sempre, trattando temi politici
o etici, sono dichiaratamente di parte, e possono scrivere quasi ogni cosa,
censurando ogni tipo di critica non gradita. Ovviamente c’è blog e blog, e in
questo caso l’autorevolezza del proprietario è una garanzia di quanto vi si
trova scritto. In altre parole siamo in presenza di qualcosa di simile ad un
articolo di giornale nel quale il giornalista ci mette la faccia. A volte si
tratta di “giornalisti” anonimi o parzialmente anonimi, come nel mio caso, e
allora tutto rimbalza sulle capacità di giudizio di chi legge e della sue
possibilità di far confronti e sentire anche altre opinioni, di condividere le
tesi del blog o di rifiutarle.
E poi ci sono altri mezzi di comunicazione elettronica, come
ad esempio Youtube, Google+, anobii, ed altri ancora, ma io mi limito a quelli
che in qualche modo conosco, almeno un po’.
Un bar con uno dei primi televisori |
E restano ovviamente importantissimi gli altri media, come
televisione, giornali, libri e riviste, che ognuno usa nel modo che ritiene più
opportuno.
Ognuno di questi mezzi, in ogni caso, ha un costo, che
possiamo sostenere in denaro o in altre forme, come ho scritto. Importante è
usarne il maggior numero possibile, ben sapendo che il tempo non è infinito, e
le scelte sono sempre dolorose.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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