giovedì 2 gennaio 2014

Comunicare ed informarsi


Facebook non è gratis e non lo sarà per sempre. Non è gratis perché lo si paga in vari modi, anche cedendo ad esempio ogni diritto sui testi che si mettono su quella piattaforma, accettando il fatto che ogni tanto vengano modificati lavori inseriti in gruppi e pagine ai quali hanno contribuito decine di persone, distruggendo la memoria storica di quanto è avvenuto e, ovviamente, accettando pubblicità. In altre parole su Facebook si è ospiti, non di più. Il fatto che non sia per sempre è evidente considerando che non sarà frequentato ancora tantissimi anni prima di essere superato da altre modalità di condivisione ed infine dimenticato. A quel punto il fatto che sia gratis sarà come ricevere, gratis, una confezione di uova fresche da consumarsi preferibilmente entro il marzo 2011.
Twitter è diverso come modalità di interazione, e le sue limitazioni oggettive ne fanno anche un punto di forza. Quasi impossibile immagazzinare su quella piattaforma lavori, al massimo messaggi brevissimi, comunicazioni urgenti che arrivano prima di altri mezzi, e sapendo scegliere bene chi seguire si è informati in tempo reale su tutto o quasi. Neppure Twitter è gratis, comunque, e la pubblicità arriva pure su quella piattaforma. 
Per condividere una propria conoscenza o contribuire a formare una certa informazione il più possibile corretta e non di parte è utilissima Wikipedia, che è gratis, ma richiede un lavoro volontario per inserire voci, completarle o modificarle. L’enciclopedia libera è solitamente tra le prime a fornire risposte digitando le parole chiave di una ricerca che interessa, ed è quella la sua forza, legata anche all’uso dei collegamenti interattivi che riempiono ogni sua singola voce. Rimane importantissima come fonte di informazione ed approfondimento, e pure abbastanza precisa, ma evidenzia alcuni punti critici. È scritta da non esperti e non professionisti, perché i professionisti ovviamente si fanno pagare per la loro consulenza e non hanno tempo per contribuire gratuitamente a scrivere su Wikipedia. A volte questo crea situazioni spiacevoli, perché, in assenza di contraddittorio, si possono anche scrivere inesattezze, in buona- o in mala-fede, che resteranno sino a quando nessuno le scoprirà e le toglierà o correggerà. Un altro punto critico è che nessuno può ritenere sue le cose scritte, pur rimanendone legalmente responsabile, e chiunque, pochi giorni dopo, può intervenire modificando anche sensibilmente il lavoro che si era fatto. Rimane però una fonte molto autorevole e democratica per moltissime voci, perché, specialmente su temi controversi, le discussioni per arrivare ad una voce condivisa sono a volte lunghi ed approfonditi, per non dire estenuanti. Ed è importante esserci e comunque intervenire nelle discussioni quando si legge qualcosa che non convince o è di parte.
Riguardo ai siti privati ed ai blog personali credo che siano quanto di più rischioso presente in rete, non essendo garantiti da nessuno se non da chi gestisce quelle pagine elettroniche. Quasi sempre, trattando temi politici o etici, sono dichiaratamente di parte, e possono scrivere quasi ogni cosa, censurando ogni tipo di critica non gradita. Ovviamente c’è blog e blog, e in questo caso l’autorevolezza del proprietario è una garanzia di quanto vi si trova scritto. In altre parole siamo in presenza di qualcosa di simile ad un articolo di giornale nel quale il giornalista ci mette la faccia. A volte si tratta di “giornalisti” anonimi o parzialmente anonimi, come nel mio caso, e allora tutto rimbalza sulle capacità di giudizio di chi legge e della sue possibilità di far confronti e sentire anche altre opinioni, di condividere le tesi del blog o di rifiutarle.
E poi ci sono altri mezzi di comunicazione elettronica, come ad esempio Youtube, Google+, anobii, ed altri ancora, ma io mi limito a quelli che in qualche modo conosco, almeno un po’.

Un bar con uno dei primi televisori
E restano ovviamente importantissimi gli altri media, come televisione, giornali, libri e riviste, che ognuno usa nel modo che ritiene più opportuno.
Ognuno di questi mezzi, in ogni caso, ha un costo, che possiamo sostenere in denaro o in altre forme, come ho scritto. Importante è usarne il maggior numero possibile, ben sapendo che il tempo non è infinito, e le scelte sono sempre dolorose.

                                                                                                   Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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