Ma perché improvvisamente
scrivo tanto? E perché su questo blog, anziché su di un diario o su un quaderno
di appunti?
Non ho una risposta chiara e
sicura, nemmeno per me stesso, e uno dei motivi che mi spingono
a scrivere è esattamente questo, e cioè vedere come suonano le mie parole, o
che effetto mi fanno, per dirla meglio, vedendole scritte, e magari giudicate
anche da altri.
Quanto ho scritto in passato
solo per chiarirmi, senza poi spedire o comunicare o comunque far
conoscere. Riguardava ciò che pensavo (e magari non pensavo più già poche ore
dopo). Mi serviva solo per mettere a punto i miei pensieri, come filtro, prima
di dirlo ad altri.
Conti mai sino a 10 prima di
parlare? Io, a volte si, e dopo aver contato non ritengo più tanto importante
parlare. Ecco, scrivere mi serve a questo, e non tutto quanto scrivo arriva
qui, ovviamente.
Ma poi i motivi sono tanti
altri.
Ad esempio se leggo qualcosa
mi viene naturale rispondere idealmente all’autore del libro o dell’articolo
che ho letto. A volte rispondo a chi è vissuto secoli fa, o soltanto lo cito, o
prendo spunto dalle sue frasi. Cerco di non copiare, lo trovo squallido, ma
ispirarmi si. E se mi rendo conto di farlo, perché non sempre si individua la
fonte certa di una propria idea, cerco di scriverlo, in qualche modo.
Io non posso essere
originale, non potrei dopo millenni di letteratura, neppure se fossi un
genio. Ma leggendo più che in passato ora forse ho più cose da dire.
Scrivere poi è anche la
ricerca di fuga, in un mondo più a mia misura, adattato, soffice, accogliente, gemütlich.
E poi amo gli affabulatori,
vorrei tanto avere la capacità di raccontare di alcuni che sanno rapire, far
sognare, tenere desta la curiosità, e questo solo parlando. Io non sono bravo a parlare
in pubblico, e spesso, quando mi capita di essere in gruppi di persone, amo
ascoltare, ed intervengo molto poco, solo per dire una cosa che ritengo
importante, ma poi mi fermo. Non sono in grado di sostenere un contraddittorio,
specialmente con persone inutilmente aggressive, e ancor di più quando subisco
attacchi inaspettati, che mi lasciano senza argomenti, che mi vengono poi
qualche ora dopo, con mia grande rabbia. Quindi scrivo per usare la parola
scritta e cercare di raccontare con le parole visibili, non con quelle sonore.
Ma scrivo anche perché durante
la vita, per lavoro, ho parlato tanto, ed ora mi pesa sempre di più. Oppure perché
vedo meno gente di un tempo, molto meno, e cose da dire ne ho.
Ma, e concludo, scrivo anche
perché una seduta da un bravo psicologo in fondo non mi porta molti più
benefici (o forse non ne ho ancora trovato uno bravo).
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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