Sempre più spesso sento
discorsi di chi parla di lasciare l’Italia che affonda, e che già è all’estero
per il lavoro che non trova in patria, o perché non riceve da noi il necessario
rispetto che devono avere le minoranze, tutte le minoranze.
E allora l’Italia diventa
razzista e omofoba, corrotta, in mano a baronie e mafie, o a caste che non
mollano il potere, destinata ad un declino per colpa della moneta unica e del
mercato globale e di cospirazioni mitiche.
Eppure l’Italia è nostra, di
tutti noi. Anche di chi emigra per lavoro o fugge perché aggredito da idioti e
delinquenti omofobi.
E, mi spiace dirlo, chi esce
dall’Italia in questo modo, non per vedere il mondo, come è giusto che sia, né
per un momento di esperienza all’estero, ma come scelta definitiva, se ne
pentirà. Prima o poi la nostalgia, il richiamo di questo luogo dove è nato, il
legame che non si può tagliare con la madre anche se si taglia il cordone
ombelicale si faranno vivi, con la forza di un vento prima lieve, e poi di
uragano.
Fortunati quelli che se ne
vanno e ci dimenticano, solo quelli forse invidio, non chi se ne va perché costretto
da vari motivi.
Fortunato chi resta e lotta,
invece, e grazie a chi lo fa, senza cedere al pessimismo o alla realtà che
vorrebbe schiacciarlo.
L’Italia è anche tua. Resta
e lotta, per una patria migliore, per tutti.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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