mercoledì 30 ottobre 2013

A volte leggo Femminismo a Sud

Leggo, non assiduamente è vero, ma leggo Femminismo a Sud, il blog che molti conosceranno, e in caso negativo ecco come vederlo: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2013/10/29/renzi-e-il-pd-non-parlate-di-donne-please/ 
Il link porta ad un post che ho letto e del quale riporto due brani (mi permetto di stralciarli perché chi vuole può comunque leggere il testo originale completo):

“Fate così, tutti quanti. Non importa davvero che pronunciate termini tra l’altro oramai obsoleti in relazione ai generi. Che importa se parli di donne, uomini, trans, gay, lesbiche, bisex. Il punto è che se parli di persone, di soggetti invece che di oggetti, devi rispettarne l’autodeterminazione e dovrai ascoltare quanto hanno da dire. E proporre. E ci sta anche che non abbiano nulla da dire a Renzi in se’, non perché sia una cattiva persona, ma più che altro perché c’è chi rifiuta di delegare al leader istanze che vuole rivendicare per se’.

Fate così. EVITATE di parlare di donne nel vostro scazzo interno a farvi belli a chi se ne occupa di più. Evitate. O imparate tutti a dare spazio a temi complessi a cominciare dal fatto che non si può fare un decreto legge in nome delle donne senza tenere conto dell’opinione delle donne”

Poiché io qualche opinione personale sul tema in tanti anni me la sono fatta ora la esprimo, partendo da questi brani e rifacendomi ovviamente anche a cose che ho già pubblicato su questo blog e che ognuno con una ricerca grazie alle etichette o digitando in alto sotto l’intestazione una parola specifica può trovare.

Quante cose da dire, troppe. Innanzitutto inizio con l’esprimere l’impressione che per alcune donne di oggi 40 anni e più di storia siano trascorsi inutilmente, e che si torni agli anni 60 e 70, quando la stupidità e l’arretratezza diffuse nel mondo maschile giustificavano ampiamente la ricerca di una riflessione autonoma delle donne, che escludevano il maschio per un bisogno fondamentale di capire prima cosa era giusto dal loro punto di vista, dopo secoli di predominio maschile, e che ogni intrusione di compagni, amici, amanti o altro avrebbe finito per condizionare la ricerca di una nuova idea, la comprensione di nuovi bisogni, l’affermazione della propria femminilità, inizialmente contro l’idea dominante del mondo maschile.

Ora ci risiamo, il maschio è ancora contro, è un ostacolo sulla strada. Possibile che nessuno nel frattempo non abbia capito ancora e che quindi si debba essere accusati  genericamente di usare categorie obsolete come donne, uomini, trans, gay, lesbiche, bisex, come se non si parlasse di persone ma di oggetti? L’accusa è rivolta a Renzi ed a tutto un mondo politico che usurperebbe il diritto di parlare a nome di altri, in questo caso delle donne, e si rivendica esplicitamente il diritto politico di non delegare nessuno a parlare di donne, ma di farlo solo in prima persona.  
Se c’è una cosa che non capisco, nella mia ottica novecentesca, e come ci si possa affidare, politicamente, a gruppi che rappresentano solamente le proprie istanze, magari assolutamente corrette e adeguate ai tempi, ma prive di una visione d'insieme, che comprenda tutti i temi dei quali la politica si deve occupare: solidarietà e giustizia sociale e fiscale, evasione, rapporto tra laici e credenti, temi etici come igv, sostanze stupefacenti ed eutanasia, politica estera, grandi opere, difesa, scuola pubblica laica o confessionale, sanità, giustizia, ordine pubblico, immigrazione ed integrazione, violenza sui soggetti deboli e così via. Non credo quindi che un movimento o un partito di donne siffatto verrebbe votato neppure dalle donne, e, se non vado errato, non esiste (e se esiste non ha potere decisionale né rappresentanza istituzionale).
Ovvio che molte idee del post sono condivisibili, ed infatti sono pure le mie, solo che non sono disponibile ad offrire la mia comprensione, malgrado io sia ovviamente ottuso e superato dai tempi, se in cambio ricevo chiusure, in certi casi insulti o, in prospettive migliori, un atteggiamento di accettazione mista a commiserazione. Non sono mai stato masochista, né amo far soffrire. Nella vita sia alla luce del sole che nella sfera intima non amo la degradazione; essere il padrone o l’oggetto esula dalla mia logica.

La cosa che sinceramente mi incuriosisce è poi come alcune donne pensino di raggiungere, nella logica sopra citata, i loro sacrosanti obiettivi di piena realizzazione di ogni donna e di ogni uomo secondo i propri inviolabili desideri,  inclinazioni e scelte. Io ho insegnato per una vita, ed è stata mia cura fare in modo, pur nei miei limiti, che ognuno, ragazza o ragazzo, avesse le giuste informazioni, che capisse l’importanza del rispetto reciproco, che raggiungesse le giuste conoscenze anche sulla sessualità e sulle differenze tra i sessi. Come è possibile fare a meno, nel cammino verso la piena realizzazione dell’individuo, dell’apporto degli insegnanti uomini, che magari sono padri, e trasmettono anche ai figli le basi della loro visione del mondo, e che magari votano un partito politico, che potrebbe essere il PD, e potrebbero aver sposato una donna, condividendo con lei cose belle e molto meno belle della vita, ma sempre senza la pretesa di una mitica e malintesa superiorità maschile.

Impossibile poi reagire alle sfide che il mondo moderno ci pone, con questo melting pot nel quale chi ha raggiunto diritti condivisi si mescola a chi tali diritti non li ammette per cultura, origine, storia o fede religiosa se non ci si allea, donne e uomini, deponendo atteggiamenti di chiusura e di critica ad ogni tentativo onesto di dialogo.

                                                                                  Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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