domenica 13 ottobre 2013

Giustizia

Si parla da anni, troppi anni, di giustizia, e poi di carceri, e ciclicamente si parla di indulti e amnistie.
La base della convivenza civile è una giustizia che funzioni in modo rapido, con leggi umane ed adeguate ai tempi, e con pene certe. Ogni ostacolo che rallenti o blocchi questa macchina mina la Società, perché apre pericolosissimi motivi di disaffezione, ed aumenta il senso di sudditanza invece di quello di cittadinanza, e, in una parola, di non appartenenza.

Se un processo dura anni ed anni, arriva alla prescrizione, e i danneggiati o le vittime non hanno alcuna soddisfazione, la giustizia contraddice il proprio nome.
Se chi si è reso responsabile di gravi reati ha i mezzi e può ritardare all’infinito che si arrivi a sentenza per poi uscirne praticamente incensurato alla scadenza dei termini mentre il colpevole di un reato stupido viene processato e mandato in carcere perché non ha un avvocato che si impegni o conosca il cavillo giusto il problema è enorme, e tocca tutti.

Non so se esiste al mondo un Paese perfetto, da questo punto di vista. Noi sicuramente abitiamo in un Paese sfortunato, anche se per alcuni è la culla del diritto. Il problema è strutturale, politico, di volontà di riforma seria dalla parte del cittadino, è aggravato dalla nostra cultura che cerca un aiuto, una raccomandazione, ed è mantenuto da un potere che vuole preservare i propri privilegi, sostenuto tuttavia da una maggioranza di persone che in questa situazione trovano il senso e danno corpo al concetto di “italiano furbo”. Alcuni oggettivamente ne traggono vantaggio, ed appartengono solitamente alla folta schiera di chi trova più convenente pagare il fiscalista piuttosto che il fisco.

Tanti sarebbero i punti da affrontare subito per superare il problema.
Ridurre le pene detentive solo ai casi di pericolo per la persona, e per il resto utilizzare altre modalità di pena, costruire carceri in misura adeguata alle necessità della popolazione, e confrontabile con altri paesi europei con problemi di criminalità simili, ridurre il numero di leggi, regolamenti, clausole, eccezioni, e così via, trovare il modo per trattare veramente allo stesso modo in tribunale l’immigrato che ha rubato una bicicletta e l’industriale che ha rubato i risparmi di migliaia di famiglie. Sono tutti sogni, lo so. Eppure liberare persone in carcere solo perché le carceri sono piene, per un atto di necessaria umanità, è profondamente sbagliato se reiterato come metodo. Alcuni di queste non andavano neppure rinchiuse in carcere, eliminando il problema alla fonte, ed altre devono restarci, perché è giusto che paghino, ma si devono creare le condizioni perché restino in carcere in modo umano.


Alla fine tuttavia mi è impossibile non pensare alla vera Giustizia, quella che vorrebbe riconosciute le persone e non il loro egoismo o la furbizia o semplicemente la loro sorte favorevole. La vita non è giusta, e se guardo la sua espressione più evidente, la natura cioè, e le forze che la regolano, non trovo alcun conforto dalle teorie evoluzioniste che condannano tanti sfortunati ad una fine prematura o immeritata, e trovo del resto ancor meno tranquillità in chi vede solo in una futura vita il trionfo di quello che deve essere, il premio per il giusto e la punizione per chi la merita, sulla basa di non ho ancora ben capito quali meriti o colpe. E allora cerco di seguire la mia strada, a volte andando dritto e a volte sbagliando direzione, e non sempre senza mia responsabilità.


                                                                  Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana