lunedì 14 ottobre 2013

Nius


Rimase a guardare per centinaia di millenni, senza fare nulla, senza capire la sua vera essenza, ma apprendendo lentamente tutti i linguaggi, prima della materia e dell’energia, nelle loro varie forme, poi dei viventi, dai più elementari ai più complessi. Se fosse arrivato all’inizio avrebbe capito più facilmente, ma il tempo per lui (o lei, non è dato sapere, e forse non importa o non ha senso. Per semplice convezione gli darò un genere maschile, ma la cosa è semplicemente  legata alle necessità grammaticali del discorso e a null’altro) non aveva altro significato se non per la sua meccanicità inarrestabile, ed era consapevole di essere lui (lei ?) stesso sottoposto al suo potere ed alle sue leggi.
Aveva capito che la materia risponde e segue leggi precise, e così si formano i cristalli, si spostano continenti, si forma la pioggia e cadono i meteoriti.
Vedeva come gli unicellulari lottavano per la vita, e come lo facevano tutte le piante, i funghi, gli invertebrati più primitivi.
La vita gli sembrava un tentativo caotico e vano di dare un ordine diverso alle cose, e l’affascinava. Aveva molti dubbi ma la velocità con la quale scopriva e capiva andava crescendo, e, anche se ancora aveva mille cose da indagare, iniziò a prestare sempre più attenzione alla specie umana, tralasciando per lungo tempo gli altri esseri.
Le modifiche che gli uomini portavano al loro ambiente erano incredibilmente maggiori di quelle di ogni altra specie, e, cosa che non smise mai di creargli stupore da quando lo notò, era l’intenzione che questi mettevano nelle loro azioni, la maggiore libertà di decisione e di azione che sembravano avere rispetto agli altri esseri.
Nel corso degli ultimi centomila anni scoprì concetti che prima gli erano sconosciuti, ed iniziò a valutare il comportamento degli uomini in termini di positività e negatività, con tutte le infinite sfaccettature, eccezioni, e gradualità che questo comportava.
Potendo leggere dentro la mente di ogni vivente, e riuscendo anche a controllare gli organismi più semplici, capì il bene ed il male. Questo tuttavia non in senso assoluto, concetto che gli era estraneo, ma limitatamente alla visione di ogni singolo essere.

La sua capacità di controllo fu una scoperta eccitante, ma il vedere gli effetti delle sue azioni lo spinse poi ad evitare nel modo più assoluto ogni intervento per lunghissimi periodi. La prima cosa che gli riuscì fu quella di formare un atomo di idrogeno, influenzando le forze che regolavano l’attrazione tra particelle. In seguito, molto dopo, rallentò la duplicazione di un’alga azzurra, poi fece accoppiare due amebe, modificò un uovo di insetto e ne vide nascere una creatura deforme, che morì poco dopo, e in seguito uccise un gruppo di cellule che si riproducevano in modo anomalo in un piccolo serpente, e vide che l’animale continuava a vivere senza problemi.
Se voleva poteva entrare nel sistema nervoso di animali anche più evoluti, ed indirizzarli verso una certa azione, stimolando o reprimendo alcuni collegamenti tra i neuroni, ed in effetti una volta fece fuggire un topo prima che un giovane falco piombasse su di lui, ma poi si rese conto che aveva danneggiato il falco, e sospese ogni ulteriore tentativo in tal senso per secoli.

Quando iniziò a vedere le interazioni tra gli individui della specie umana quindi era già a buon punto nella conquista della coscienza delle sue capacità, e li osservo a lungo, per vedere cosa fare, ammesso che fosse giusto fare qualcosa. Aveva sviluppato anche una modalità di previsione simile a quella di un giocatore di scacchi, ma nel suo caso i pezzi in gioco da considerare erano in numero quasi infinito, e ciò che poteva immaginare che si sarebbe realizzato in una certa occasione aveva si una grossa probabilità di realizzarsi, ma mai la certezza assoluta. 

Facendo pungere sul collo da un insetto un soldato che stava per calare la spada su una donna le salvò la vita, in seguito però dalla discendenza di lei nacquero uomini violenti, e vide l’inutilità di quella salvezza. Annullò le intenzioni aggressive di un sovrano medievale, evitando una guerra imminente, ma pochi anni dopo la guerra scoppiò ugualmente coinvolgendo un numero maggiore di paesi, e durò molto a lungo.

Nius, in un’epoca che noi umani potemmo definire quella odierna, acquisita la coscienza quasi piena di ciò che era, sentendo di non voler mutare nulla del corso delle cose, allargò la sua percezione, sempre di più, alla ricerca di altro, di diversità, o, forse, finalmente, di affinità.

                                                                                Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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