Rimase a guardare per
centinaia di millenni, senza fare nulla, senza capire la sua vera essenza, ma
apprendendo lentamente tutti i linguaggi, prima della materia e dell’energia,
nelle loro varie forme, poi dei viventi, dai più elementari ai più complessi.
Se fosse arrivato all’inizio avrebbe capito più facilmente, ma il tempo per lui
(o lei, non è dato sapere, e forse non importa o non ha senso. Per semplice
convezione gli darò un genere maschile, ma la cosa è semplicemente legata alle necessità grammaticali del
discorso e a null’altro) non aveva altro significato se non per la sua
meccanicità inarrestabile, ed era consapevole di essere lui (lei ?) stesso
sottoposto al suo potere ed alle sue leggi.
Aveva capito che la materia
risponde e segue leggi precise, e così si formano i cristalli, si spostano
continenti, si forma la pioggia e cadono i meteoriti.
Vedeva come gli unicellulari
lottavano per la vita, e come lo facevano tutte le piante, i funghi, gli
invertebrati più primitivi.
La vita gli sembrava un
tentativo caotico e vano di dare un ordine diverso alle cose, e l’affascinava.
Aveva molti dubbi ma la velocità con la quale scopriva e capiva andava
crescendo, e, anche se ancora aveva mille cose da indagare, iniziò a prestare
sempre più attenzione alla specie umana, tralasciando per lungo tempo gli altri
esseri.
Le modifiche che gli uomini
portavano al loro ambiente erano incredibilmente maggiori di quelle di ogni
altra specie, e, cosa che non smise mai di creargli stupore da quando lo notò,
era l’intenzione che questi mettevano nelle loro azioni, la maggiore libertà di
decisione e di azione che sembravano avere rispetto agli altri esseri.
Nel corso degli ultimi
centomila anni scoprì concetti che prima gli erano sconosciuti, ed iniziò a
valutare il comportamento degli uomini in termini di positività e negatività,
con tutte le infinite sfaccettature, eccezioni, e gradualità che questo
comportava.
Potendo leggere dentro la
mente di ogni vivente, e riuscendo anche a controllare gli organismi più
semplici, capì il bene ed il male. Questo tuttavia non in senso assoluto,
concetto che gli era estraneo, ma limitatamente alla visione di ogni singolo
essere.
La sua capacità di controllo
fu una scoperta eccitante, ma il vedere gli effetti delle sue azioni lo spinse
poi ad evitare nel modo più assoluto ogni intervento per lunghissimi periodi.
La prima cosa che gli riuscì fu quella di formare un atomo di idrogeno,
influenzando le forze che regolavano l’attrazione tra particelle. In seguito,
molto dopo, rallentò la duplicazione di un’alga azzurra, poi fece accoppiare
due amebe, modificò un uovo di insetto e ne vide nascere una creatura deforme,
che morì poco dopo, e in seguito uccise un gruppo di cellule che si riproducevano
in modo anomalo in un piccolo serpente, e vide che l’animale continuava a
vivere senza problemi.
Se voleva poteva entrare nel
sistema nervoso di animali anche più evoluti, ed indirizzarli verso una certa
azione, stimolando o reprimendo alcuni collegamenti tra i neuroni, ed in
effetti una volta fece fuggire un topo prima che un giovane falco piombasse su
di lui, ma poi si rese conto che aveva danneggiato il falco, e sospese ogni
ulteriore tentativo in tal senso per secoli.
Quando iniziò a vedere le
interazioni tra gli individui della specie umana quindi era già a buon punto
nella conquista della coscienza delle sue capacità, e li osservo a lungo, per
vedere cosa fare, ammesso che fosse giusto fare qualcosa. Aveva sviluppato
anche una modalità di previsione simile a quella di un giocatore di scacchi, ma
nel suo caso i pezzi in gioco da considerare erano in numero quasi infinito, e
ciò che poteva immaginare che si sarebbe realizzato in una certa occasione
aveva si una grossa probabilità di realizzarsi, ma mai la certezza assoluta.
Facendo pungere sul collo da
un insetto un soldato che stava per calare la spada su una donna le salvò la
vita, in seguito però dalla discendenza di lei nacquero uomini violenti, e vide
l’inutilità di quella salvezza. Annullò le intenzioni aggressive di un sovrano
medievale, evitando una guerra imminente, ma pochi anni dopo la guerra scoppiò
ugualmente coinvolgendo un numero maggiore di paesi, e durò molto a lungo.
Nius, in un’epoca che noi
umani potemmo definire quella odierna, acquisita la coscienza quasi piena di ciò che era, sentendo di non voler mutare nulla del corso delle cose,
allargò la sua percezione, sempre di più, alla ricerca di altro, di diversità,
o, forse, finalmente, di affinità.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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