lunedì 28 ottobre 2013

Anche le piante soffrono


I vegetali  ”Sono capaci di vedere, ascoltare, scegliere e ricordare. Dormono, riconoscono i 'parenti', comunicano fra loro e ciascuna ha il suo carattere: le piante non sono solo intelligenti, ma addirittura brillanti. A dirlo è la ricerca scientifica, come affermano Stefano Mancuso e Alessandra Viola in 'Verde brillante. Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale' (Giunti editore)”.

La neurobiologia vegetale quindi non ha dubbi in proposito, i viventi, tutti i viventi, sono sensibili, e ogni essere vivente capace di sensibilità è capace anche di provare sofferenza.
Non soffrono quindi solo il maiale allevato ed ucciso per nutrire l’uomo, o il piccolo roditore che finisce preda del falco, o il cane preso a bastonate inutilmente dal ragazzo idiota o tenuto alla catena giorno e notte dal padrone poco rispettoso dell’animale.
Del resto la natura non è vegana, ma ha prodotto una rete alimentare nella quale ogni essere vivente è vittima e carnefice, è nessun uomo può pensare di emanciparsi da questa condizione ascoltando musiche rilassanti, parlando di pace col mondo o illudendosi di poter non far soffrire qualche altro essere vivente.

Esiste un solo modo per non far soffrire più alti esseri nutrendosi dei loro tessuti: morire.
Ed esiste un solo modo umano e rispettoso per vivere: non provocare sofferenze se sono inutili. Tutto il resto lo lascio al fanatismo di chi parla di amare più un gatto del fratello, e che preferisce la violenza contro l’uomo che “sbaglia” piuttosto di quella contro un animale.

Per concludere quindi rimane sicuramente importante, come sostengono dietologi, ecologisti ed economisti, ridurre il consumo di carne, e le considerazioni precedenti servono solo come stimolo per approfondire sempre di più questo tema, ma non offrono risposte consolatorie a nessuno. Il vegano non è autorizzato a denigrare chi non lo è e neppure il cacciatore deve sentirsi a posto con la coscienza.
La consapevolezza dell’uomo è solo un percorso continuo, e, per ora, la sola cosa che mi sembra appurata è un livello del dolore legato ai livelli evolutivo e di coscienza. Un essere ipoteticamente più evoluto e sensibile dell’uomo avrebbe potenzialità di dolore enormemente maggiori, mentre un insetto, o una pianta di lattuga, molto inferiori.
A volte poi dobbiamo far soffrire anche qualche essere umano, non solo qualche animale. Credo sia importante ridurre al minimo indispensabile queste occasioni, ma senza l’illusione di poterle eliminare accusando quindi tutti gli altri di insensibilità colpevole quando questo non avviene. 


                                                                                       Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana