domenica 20 settembre 2015

casa




Anni 50 – la casa è un appartamento di tre stanze, senza servizi, senza riscaldamento se non il camino. Ricordi vaghi.
Anni 60 – la casa è un edificio a tre piani, altro, stretto, scomodo, gelido in inverno, ma è di proprietà, acquistata grazie al prestito di una persona generosa. Ci si lava in cucina, unico locale riscaldato, poi viene aggiunta una stanza ripostiglio con servizi igienici elementari.
Anni 70 – la casa è un appartamento in un condominio popolare, nella periferia. È il momento dell’inurbamento, dell’abbandono doloroso delle campagne e dei paesi. La casa è il motivo di liti e rottura di equilibri in una famiglia.
Anni 80 – la casa è finalmente una casa vera, indipendente, comprata con sacrifici di una vita. In famiglia però non scende la tensione, e si fanno scelte miopi, motivo di nuovi drammi. La casa inizia anche ad essere qualche stanza in affitto, o appartamento estivo usato nei mesi invernali. La casa ora è lontana dal luogo di nascita, la vita ha voluto così.
Anni 90 – la casa tanto sognata (un appartamento in condominio) viene sequestrata, arriva un fallimento e ne arriva un secondo. Nasce un figlio, e per quella casa non cresce in un ambiente tranquillo. Sotto quell’appartamento, per circa 18 mesi, viene concesso ad un numero imprecisato di lavoratori extracomunitari, da parte di un imprenditore locale, di alloggiare. E loro ci stanno, a volte a decine e di provenienze diverse, richiamando anche altri amici, e la convivenza diventa pericolosa. Urla sino a notte fonda, musica a volume folle, aggressioni e sangue in ascensore. Alcuni di questi finiranno nella cronaca nera locale.
Anni 2000 – inizia un momento di pace, in una casa. In un’altra non ancora, le cose non vanno a posto. Si tenta di realizzare il sogno del ritorno, ritrovare un punto fermo nella città natale, e sulle prime sembra che possa funzionare. Anche altrove si arriva ad un equilibrio.
Anni presenti – il punto fermo rischia di crollare a causa del sisma che colpisce l’Emila. Il sogno del ritorno è fermato da una ingiunzione di inagibilità. Tutto viene abbandonato, e ogni mobile e cosa messi in deposito.
Poi tutto si complica. Una casa è ridotta ad un cantiere che si blocca, e intervengono avvocato, comune, regione, amministratore, ingegnere, azienda servizi, altri condomini. Un’altra casa perde chi ci viveva, che l’aveva voluta, ed ora è vuota, ma piena di mobili accatastati e non utilizzabili. Un portone viene forzato, e c’è un piccolo furto.

Questa è la casa. È un luogo, un’emozione, un dramma, una vita all’interno, che senza casa non può realizzarsi.


                                                                                                        Silvano C.©   


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