Combattere
ogni giorno contro la propria parte oscura e squallida non riempie di gioia, e
costringe a fare i conti con vizi e pregiudizi. Nulla di moralistico, per
carità, non nelle mie intenzioni almeno. Con la coscienza mi sono chiarito da
tempo ed abbiamo raggiunto un compromesso. Entrambi siamo consapevoli, io e
lei, che una visione comune non la troveremo mai.
Io la seguo per quanto riguarda i miei doveri di fondo, concordo sulle grandi questioni e nelle decisioni che coinvolgono altri.
Io la seguo per quanto riguarda i miei doveri di fondo, concordo sulle grandi questioni e nelle decisioni che coinvolgono altri.
Lei
non la spunta però quando io voglio un margine di libertà, e mentre coltivo le
mie debolezze o i miei interessi. A certe tentazioni resisto senza alcuna
fatica, ad altre cedo senza troppi rimorsi.
Il
problema si pone quando mi rendo conto che rischio di farmi prendere in
ostaggio da mie radicate e discutibili ossessioni.
Ad
esempio non sopporto una certa forma di maleducazione esibita come affermazione
di non si sa bene quale libertà personale tipica di certi adolescenti invadenti
e rumorosi. Non amo chi parla a voce alta quando non è necessario, e pure certi
modi di vestire che rappresentano, a tutti gli effetti, una divisa del branco.
Altra
cosa che mi deriva probabilmente da cose irrisolte è la resistenza ad accettare
da subito ed apertamente ogni novità, di qualsiasi genere essa sia. Nulla in
contrasto con la curiosità, che è positiva e rimane sempre, ma se è unita ad
una buona dose di diffidenza i rapporti ne vengono come minimo frenati. Chi si
conquista la fiducia poi non la perde facilmente, ma l’approccio rimane sempre
sulla difensiva.
Infine sono abbastanza misantropo, e così il cerchio si chiude attorno alla riflessione
che mi è venuta stamane.
Camminavo
per strada, ed ho incontrato per caso gli occhi di una ragazza velata. Lei era
seduta, su una panchina, ed io stavo passandole davanti. Ci siamo fissati,
senza che nessuno abbassasse lo sguardo, per brevissimi secondi. E subito dopo
di nuovo, per un’altra manciata di attimi. Poi ho proseguito, senza voltarmi,
ed ora non saprei descrivere esattamente quel viso, o il colore di quegli
occhi, che non avevo mai visto prima.
Il
fatto è tutto qui. Non è successo altro, ma è bastato per farmi capire il pericolo
che sto correndo. Associando i miei limiti descritti sopra ad una naturale
paura per il diverso, abbastanza condivisa a livello sociale, rischio di farmi
prendere da giudizi sbagliati nei confronti di tanti, per alcuni troppi,
immigrati recenti.
Con
la ragione so che sbaglio, che non ho motivo per dover diffidare di un altro
essere umano, di qualunque colore sia la sua pelle o da qualsiasi luogo
provenga, salvo non vi siano motivi oggettivi per farlo.
Gli
stessi motivi del resto esistono nei confronti di tutti, e generalizzarli solo
per alcuni, sulla base di emozioni, è decisamente stupido.
Quella
ragazza ha aggiunto la bellezza alla ragione, un parametro nuovo da considerare,
un’arma formidabile per abbattere le resistenze, usata da millenni in ogni
cultura. Potrebbe essere una delle armi vincenti anche contro il razzista che
dorme dentro di me.
To be young, gifted and black,
oh what a lovely precious dream
to be young, gifted and black,
open your heart to what I mean…
oh what a lovely precious dream
to be young, gifted and black,
open your heart to what I mean…
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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