Riprendere quanto è abitudine, orari soliti e
gesti consueti appartiene a tutti. Credo che sia un fatto positivo, almeno per
alcuni aspetti.
Segnala una discontinuità, e solo da questi
momenti può avvenire il mutamento, essenziale per la nostra stessa vita.
Ogni giorno vissuto significa un giorno in meno
da vivere, direbbe qualche saggio un po’ pessimista, ma in realtà questa è solo
una considerazione senza significato pratico. Oltretutto non è possibile in
alcun modo modificare questa situazione, quindi conviene ignorarla, o tenerla
presente solo per il consiglio implicito di non sprecare troppo il nostro
tempo.
Avere l’opportunità di poter riprendere è in
ogni caso un regalo, e nessuno del resto è obbligato a riprendere esattamente
ogni cosa che aveva lasciato, il mutamento è anche questo. Per un abitudinario
che si affeziona agli oggetti, ai luoghi ed alle situazione è a volte un dolore
trovare che il mutamento al quale anche gli altri hanno diritto, o al quale
sono costretti, provoca perdite. Se ad esempio, come capita, chiude un negozio
storico, anche per motivi del tutto fisiologici e non legati a momento
economico contingente, questo influisce e toglie una parte di esperienza per modificarla
in ricordo.
Anche vedere che il mio blog in questi pochi
giorni è rimasto fermo e che nessuno ha aggiunto o cambiato nulla (se non il
numero delle visite delle quali mi stupisco sempre e per le quali ringrazio) mi
fa entrare in questo spirito del rientro. Avevo cose importanti che mi hanno
distolto, mi è mancato, ma allo stesso tempo non avevo nulla da dire, o non
potevo dirlo, lontano dai mezzi tecnologici che abitualmente uso.
Questo è un ritorno, quindi, dopo una breve
assenza. Solo questo.
Nell'immagine Marlene Dietrich saluta con un bacio, nel 1945, un militare americano di ritorno dalla guerra
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