La
prima cosa che vede, arrivando nell'isolato, è quel bel giardino curato, con piccole
aiuole disposte in modo sapiente sul perfetto prato all’inglese, il sentiero di
ghiaia bianca, senza un solo segno di passaggio o un’orma. Gli ricorda
le stradine dei presepi, di quando, a Natale, si diverte a ricostruire mondi di
fiaba con muschio, sughero, carta, casette in scale diverse e minutissimi
sassolini bianchi. Poi, solo dopo, arriveranno le statuine, le stesse di ogni anno, e
troveranno il loro posto.
Ma
è estate, non è tempo di presepi, e quella è una vera villetta, non troppo
diversa dalle altre accanto. Sul giardino, che non ha alcuna recinzione, si
affaccia un salone arredato con divani, un tavolo, un’enorme lampada in acciaio
con un lungo braccio che parte da un angolo, quadri astratti, o così gli sembra,
alle pareti. Può vedere tutto all’interno, le grandi vetrate non hanno tende
tirate e neppure imposte. Non vorrebbe, ma lo sguardo è attratto da quell’interno,
mentre i pochi che gli passano accanto neppure ci fanno caso.
È
attratto perché ha visto una figura passare dietro il vetro, ed era nuda, ne è
certo. Quella donna è passata ignorando la strada, e chi era per la strada l'ha
ignorata a sua volta. Poi si rende conto che nessuno fissa in quel modo le finestre o le
vetrate di tutte le piccole villette basse del quartiere residenziale dove sta
passando, e smette di farlo pure lui.
In
alcuni minuti arriva ad una via molto più trafficata, e l’atmosfera da
villaggio lascia il posto al solito e tranquillizzante caos della grande città,
con auto che passano veloci oltre la piccola siepe che separa il marciapiedi
dalla strada. Arriva ad un passaggio pedonale, e non fa in tempo ad avvicinarsi
alle familiari strisce sull’asfalto che una Volvo, che stava arrivando, frena
e si ferma. La donna alla guida aspetta che lui attraversi, gli ha letto nel
pensiero, ed ora sarebbe scortesia non farlo, anche se, a dire la verità, lui
non intendeva andare dall’altra parte, aveva solo pensato che avrebbe potuto
attraversare.
In
ogni caso nessun problema, può benissimo proseguire per arrivare al Tiergarten anche
sul lato destro, invece che su quello sinistro. Cammina incuriosito, perché è
sempre un piacere scoprire luoghi nuovi, e poi, quando arriva al primo incrocio
regolato da un semaforo, si mette in attesa del verde rispettando
scrupolosamente le indicazioni, senza occupare la ciclabile accanto al percorso
pedonale. Questo lo sa bene, ha capito sin dal giorno prima che ognuno deve
stare al suo posto. Una ragazza pare che non lo avesse ancora capito, o forse
si era solo distratta, invadendo la pista ciclabile ben delimitata dalla
segnaletica orizzontale.
L’uomo
che stava arrivando in bicicletta in quel momento l’aveva sicuramente vista, ugualmente non ha minimamente rallentato, e lei, travolta, è caduta a terra iniziando a
piangere. Quello poi aveva proseguito senza degnarsi di voltarsi indietro.
Intanto lui ha
quasi finito il tempo a sua disposizione, ma prima di prendere la strada del
ritorno verso la pensione dove alloggia decide di comprare qualche francobollo in
un ufficio postale che incontra per caso. All’interno c’è una certa animazione e
le voci fanno eco sulla volta del piccolo salone. Si guarda intorno, andando
verso uno sportello per cercare di capire le indicazioni scritte in caratteri
non troppo chiari. Poi nota che in diversi lo guardano, senza dire nulla.
Lui cerca di leggere, e, da quanto intuisce, lo sportello che gli interessa è
quello accanto. A quel punto si rende conto che tutti stanno in fila. Ognuno è
in una fila, e rispetta scrupolosamente linee invisibili che solo ora inizia a
vedere. Prima non le aveva ancora notate.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.