martedì 15 settembre 2015

Senza parole




Si arriva, per forza di cose, a momenti nei quali non si hanno parole. Non letteralmente, intendo, ma nel senso che ogni semplice idea che sino a poco prima sembrava frutto di una riflessione, si accettava razionalmente ed era ritenuta un punto di arrivo evolutivo e di conquiste viene messa in discussione.
Qualcuno chiama tutto questo crisi di valori. Altri identificano queste fasi come mutamenti che occorre saper interpretare per potersene avvantaggiare, in molti settori. Entrambe le versioni non mi dispiacciono, e secondo me non si escludono a vicenda, anzi, farlo sarebbe rischioso.

I nostri unici modelli sperimentali vengono dal passato, si basano su dati per poter arrivare a previsioni e proiezioni. Quando ci si trova davanti a mutamenti come quelli attuali i modelli diventano poco attendibili, e chi ha veramente i mezzi per immaginare un futuro prossimo venturo raramente mette a disposizione di tutti le proprie conoscenze, oppure lo fa a pagamento. Credo, da pessimista di fondo, che chi può pensa prima di tutto al proprio vantaggio, cioè a salvare sé stesso, la propria famiglia, la propria cerchia di amici, i soci del proprio club, i simpatizzanti politici, il proprio grande gruppo di riferimento e così via, sino ad arrivare al proprio Paese, erigendo muri, barriere di filo spinato, impedimenti burocratici e quanto vediamo esattamente in questi giorni.

Io vedo crollare, con terrore, conquiste mai sedimentate di lavoratori, sempre più precari, diritti civili, che sembravano in via di accettazione per le coppie dello stesso genere, sicurezza della donna, minacciata da visioni religiose non rispettose della sua persona, e, gravissimo, la speranza per i giovani figli di nessuno di aspirare ad una posizione nella vita legata ai meriti effettivi, non al fatto di avere un congiunto ministro o assessore.

Sono quindi senza parole, ed ammiro, di conseguenza, chi non abbassa la guardia, chi denuncia il degrado in atto, chi vuole un mondo migliore.

                                                                                                        Silvano C.©   


(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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