sabato 31 maggio 2014

Cacciatori


Ermete non è il fondatore né il presidente bensì il socio più anziano e l’animatore più attivo di tutto il circolo e quasi tutti lo considerano il vero presidente.
Ha organizzato in 10 anni di sua permanenza oltre 15 mostre personali dei soci, fotografiche o pittoriche, e quasi il doppio di collettive, con lavori di ogni genere, compreso il modellismo.
L’associazione “Grandangolo”, che prima del suo arrivo tirava a campare ed era un bar privato dove i pensionati, praticamente solo uomini, andavano ad assopirsi giocando a volte a carte e fingendo di scattare qualche foto, spiazzati dall’avvento del digitale, loro, affezionati alla vecchia pellicola, aveva subito una mutazione globale.
Ermete, con l’arrivo della pensione, aveva deciso che a 59 anni non si è vecchi, anzi, ricomincia la vita. Aveva sgobbato da sempre, ma si era anche sempre ritagliato i suoi spazi, e specialmente dopo la perdita a causa di un pirata della strada della sua amata Pina aveva deciso che non voleva chiudersi in casa, ed aveva iniziato a frequentare teatri e mostre, spesso muovendosi durante i fine settimana, e non sempre da solo. Con le donne riscuoteva un buon successo, anche con le giovani, e dopo l’addio a Pina non aveva motivo per rinunciare a qualche incontro se capitava, ma voleva evitare coinvolgimenti troppo seri. Aveva sofferto troppo per sua moglie, anche se pochi lo avevano notato, e non voleva più ricascarci.
Il “Grandangolo” aveva trovato una nuova sede, aveva cominciato a ricevere richieste di iscrizioni anche da molte donne, si era rivitalizzato, ed era un ribollire continuo di attività. La quota per l’iscrizione non era più proprio modesta, come lo era rimasta per anni ed anni, ma in cambio l’offerta di animazione che si trovava tra quelle mura era ammirevole.

L’ultima idea venuta ad Ermete è quella di recuperare vecchie foto d’epoca e poi di ritornare negli stessi luoghi ed immortalare la situazione di oggi, per vedere i mutamenti che il tempo e le attività umane portano alla nostra geografia quotidiana.
Si alza quindi molto presto, quando è ancora notte, e prende l’auto perché, come ha comunicato ai suoi amici, intende fotografare alle prime luci del giorno i laghetti di Foscoli, inquadrandoli esattamente come sono ritratti in una vecchia immagine sbiadita di circa 40 anni prima. Arriva sul posto, che conosce relativamente bene, e trova un parcheggio adatto usando i fari della sua orgogliosa Giulia Alfa Romeo 1750 ultima serie. Scarica la borsa col materiale fotografico e si avvicina alla sponda del laghetto superiore, nel punto esatto dove intende aspettare il momento buono per scattare le immagini che ha in mente.

Ermete è troppo attento a guardare le ombre degli alberi ed cercare il punto adatto per piazzare il cavalletto della sua fotocamera per sentire alle sue spalle i movimenti furtivi di tre giovani che si materializzano all’improvviso e che lui nota solo quando è troppo tardi.  Lo agguantano senza molta delicatezza, lo gettano nell’acqua gelida, mantenendogli la testa sotto ed aspettano che smetta di agitarsi. Lasciano quindi il suo corpo per metà sommerso, ormai senza vita, controllano che sulla ghiaia non siano rimasti segni del loro passaggio e poi si separano, allontanandosi ognuno in direzioni diverse, mentre la notte sta per cedere all’alba di un nuovo giorno.
                                                                                           Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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