Non so se si può iniziare in questo modo, se una chiave di lettura possibile di quello che avrebbe potuto essere sia questa, consapevole che non ha senso pensare a ciò che nei fatti non è successo. Nostalgia dell’impossibile, cioè assurda. Se Hitler fosse caduto vittima di un attentato nel 1935 sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale? E se io ti avessi incontrata a Ferrara e non a Riva del Garda poi ci saremmo sposati? Tutto si può riassumere in queste domande che non ammettono risposte in questa linea temporale ma solo in altre, supponendo che scorrano parallele o quasi a quella nella quale ci troviamo e, innanzitutto, che esistano. Cambiano le esigenze e i bisogni, le finestre relative alle opportunità concesse si aprono e si chiudono, le interazioni con la realtà esterna sono mutevoli da luogo a luogo. Il monologo conclusivo di un film a suo modo interessante e raccontato con parole mie spiega che la vita può essere difficile, buttarti a terra, non lasciarti alcuno scampo per il tuo corpo che è destinato a finire prima del tempo ma che se si ha il coraggio di rialzarsi, o se succede che qualcosa ci induca a farlo, finisce che si trova l’amore. E in questo amore trovano un senso il dolore di chi ci ha preceduti, la morte e la delusione. Inoltre l’amore non si limita alla nostra singola esistenza, ma si proietta in chi ci seguirà. Quindi rimango con la domanda assurda iniziale e mi chiedo se per caso io non mi sia trovato nel posto sbagliato al momento giusto. Magari l’oroscopo potrebbe darmi una risposta, sapendolo leggere come si legge un oracolo, come si fa con gli Arcani maggiori e minori, o anche gettando un paio di dadi a icosaedro. Ciao, Viz. Quei dadi li comprammo assieme, ed eravamo nel posto giusto al momento giusto, sicuramente.
Silvano C.©
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