Nessuna fotografia, nessun dolore da conservare per domani. Se
quest’ultimo deciderà di venire a trovarmi sarà per sua libera volontà, che non
si aspetti un mio aiuto. Già mi è stato sufficiente tornare nei luoghi dove ci
siamo conosciuti, per fortuna cambiati col trascorrere del tempo in modo da
cauterizzare le antiche ferite, coprire tracce e modificare percorsi. Dove si
parcheggiava ci sono giardini, alcuni negozi hanno chiuso altri cambiato
tipologia o gestione, i nostri amici non abitano più lì. Non ci sono più i
topolini dolci, il cinema non è più tale da anni, e poi tanti turisti vocianti
ovunque, con ciabatte o sandali e pantaloncini corti anche un po' ridicoli. Non
so quale regolamento imponga il cattivo gusto quando si va in vacanza, o dove
sia contemplato il diritto di entrare in una chiesa quasi come si va in
spiaggia. Mi piacerebbe vedere se qualcuno si azzarda ad entrare conciato in
tal modo in un tribunale aspettandosi la clemenza del giudice.
Rivoglio indietro i luoghi come li ricordo, oppure è preferibile
nulla. È stata una toccata e fuga per rivedere il mio amico dentista, abituato
a restaurare, a riparare, a suo modo un artista. Se non andassi a trovarlo, di
tanto in tanto, forse andrei di meno pure in quei posti, lentamente li dimenticherei. Sulla curva prima di arrivare al rettilineo della discesa c’è ancora quel
simbolo matematico che nessuno ha cancellato negli anni: infinito più uno.
Tanto è rimasto e tanto è mutato, ma non ho fotografato. Mi andava così. Ciao,
Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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