sabato 22 giugno 2024

Installazione

L’artista sente un bisogno di eternità e di materialità, e in questo dualismo inconciliabile cerca l’evoluzione permanente e stabile, il moto immobile, l’imperfezione assoluta e completa in sé stessa, quindi perfetta. Si rende conto di non potersi misurare con l’arte prodotta nel corso dei millenni, sin dalle prime caverne in era preistorica, e di non poter aggiungere nulla a quanto i popoli orientali e occidentali, nel nord e nel sud del mondo hanno prodotto in architettura, scultura, pittura, musica, poesia e in ogni espressione possibile alla ricerca della bellezza e della verità, a volte sfiorandola senza mai toccarla direttamente. Intuisce che alla fine si arriva al caos e al nulla, alla perdita della memoria e del senso, alla demolizione di ogni costruzione per quanto elaborata e solida. E allora pensa alla danza, effimera, magari ottenuta da movimenti essenziali ed aggraziati di corpi nudi, che si mostrano per essere simbolo di qualcosa di finito che sfida l’infinito. Ma resta una sfida, non ripetibile se non in un numero limitato di spettacoli, poi perduti per sempre. La memoria è un palliativo, è consolatoria ma racconta bugie che nessuno potrà verificare di persona esattamente come avvennero i fatti, di come quel movimento della mano fu completo, e come quella coppia di stelle stregò il pubblico fortunato di quella sera. Ma lui non sa danzare e non è un coreografo, non sa nulla di scene e teatro, si arrende davanti al percorso per lui inaccessibile. Se sapesse fumare potrebbe pensare a sculture di fumo, che durano un attimo. Anche le nuvole sono opere d’arte naturali, che però non cercano premi o mostre, approvazione o ammirazione. Loro sono e poi si dissolvono. Prima e dopo. Poi basta. Fare di sé stesso un’opera d’arte, ecco l’idea che lo tormenta e non trova una possibile realizzazione. Poi accetta che tutto possa concludersi, e che non vi siano spettatori o repliche. È così che inizia a pensare a come farsi esplodere su un prato di montagna vicino al bosco o su una spiaggia solitaria in inverno, ma non ama la violenza estrema, non è quello che cerca. E allora ripensa al fumatore che disegna anelli di fumo. La sua opera d’arte sarà il suo corpo che brucia, che darà fumo alla brezza e che forse qualcuno noterà, o forse no, ma questo non importa perché l’oblio arriverebbe comunque, come arriva il tempo a sgretolare con pazienza ogni monumento umano.

                                                                                                     Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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