venerdì 14 giugno 2024

Guardando il cielo dal sottobosco

Per quanto ci provi non ci riesco. Molti me lo dicono da tempo, e se non lo fanno esplicitamente non mancano di lasciarmelo sottinteso per evitare di essere invadenti o di ferirmi. O forse anche di essere esclusi, perché su alcune cose sono rigido, permaloso e covo rancore. A volte poi qualcuno semplicemente per l’incapacità di cogliere un mio bisogno temporaneo ma fortissimo e totalitario mi ha perduto. O magari io ero già stato perduto da tempo, e non lo avevo capito. Le scale dei valori non sono commensurabili come vengono vissute individualmente, e a volte basta solo essere sfasati per non ritrovarsi. Prima sembrava di essere fratelli per sempre, poi si diventa peggio dei fratelli che si odiano, peggio perché tento senza riuscirvi di non pensarci neppure, cambio strada se rischio un incontro, prometto di telefonare o di farmi vivo e poi sparisco. E cosa si è rotto effettivamente? Non lo so neppure descrivere, ed è non sapendolo che non so ripararlo. Non mi resta che cercare altre vie, reali o virtuali, altre però. Un modo per impiegare il tempo in qualcosa di utile, di dedicarmi a chi amo, di mantenere quello che so di non poter mantenere perché l’ho perduto troppi anni fa. Se ne scrivo è perché la cura non l’ho trovata, e quando l’avrò trovata, se mai ci riuscirò, non scriverò e non ne sentirò il bisogno. Il sentiero deve essere il mio, è così, e se lo troverò è inutile che poi lo racconti, spieghi dove si trova, da dove si parte e dove, spero, arrivi.

                                                                                                     Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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