La realtà è sempre almeno doppia, quella che avviene e quella
immaginata. Dopo tanti anni penso che tu avresti il diritto di replica, di
dirmi esattamente cosa ho inventato e cosa è vero, quando in alcuni casi ho
sbagliato, cosa avrei dovuto tacere, cosa ammettere. Col tempo ti ho
idealizzata, è un fatto. Come superare questa situazione? Non lo so. Ci penso
ormai da troppi anni, quelli che non so per quale motivo a me sono stati
concessi e a te no. Se non sono morto molto più giovane è solo questione di
culo perché i rischi me li sono cercati o non mi sono neppure reso conto di correrli. Cosa ho fatto meglio di te in questo campo? Credo nulla. Me lo sono
meritato? Dipende dai punti di vista. Che sia io a dover accettare la tua
assenza probabilmente me lo sono meritato, giusto per farmi capire chi ho
perduto. Per altri aspetti sospendo il giudizio. Chi mi vede da fuori non so
come mi percepisce, sicuramente diverso da come mi capivi tu, ed è per questo
che con tutti gli altri, assolutamente tutti, arrivo sino ad un certo limite e
poi mi fermo. Perdo interesse, capisco di diventare ingiusto, mi sprofondo
nell’egocentrismo e nell’autoreferenzialità, cerco chi mi gratifica ma neppure
troppo, so quali sono i miei limiti inconfessabili. Che mi piaccia il culo,
inteso come parte anatomica, forse mi ha messo in buona luce nei confronti del
culo inteso come fortuna? Magari è meglio buttarla sull’ironia e sulle
allusioni piuttosto che continuare con la tristezza per l’assenza e con la
nostalgia. E sicuramente, restando sul tema culo, sono stato fortunato. Senza
di te sarei rimasto il pirla completo che il mio destino da solitario mi
avrebbe riservato. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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