Lui cominciò a dirlo e noi lo
prendemmo in giro. Tommy concluse la sua vita, accompagnato, e lui riprese a
pensare che aveva ragione, che era giunto il momento, e noi ancora a prenderlo
in giro ma con minor convinzione. Lui iniziò a dirlo troppo presto, forse, ma nessuno è in grado di dire quale sia il momento giusto. E, ancora, è il caso di dirlo,
anche se il momento potrebbe essere quello giusto? Domanda retorica alla quale
non si deve rispondere, o che in ogni caso riguarda nostre scelte e idee
personali profonde e comunque da rispettare. In certi momenti ho la netta
convinzione che sia necessario negare e metterla in culo al futuro che ci
aspetta ed alla conclusione di ogni cosa. Se ci si pensa troppo arriva la depressione
ed il nuvoloso che porta solo disgrazia. Serve sorridere e negare sempre il
dolore, rimandare e lasciar vivere sereni tutti gli altri, cercare per quanto
possibile di far progetti come se avessimo davanti un tempo sufficiente ad ogni
realizzazione, portare allegria invece di malumore. Poi le malattie e le
disgrazie arriveranno anche se non cercate, perché anticiparle pure di un solo
giorno? Il momento giusto non lo conosco, e probabilmente è mai. Questo è. Ciao,
Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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