Si fanno cose per trovare un
senso, per darsi un motivo in più, per mantenere un legame che taluni giudicano
assurdo se vissuto così, quasi malato. E capita che, così facendo, io segua
antichi amori e debolezze, indulga o mi confermi anche positivamente. Se tutti
i giorni più meno alla stessa ora entro in un locale e chiedo un caffè, se in
un’edicola compro lo stesso giornale, se camminando ripercorro i miei soliti
passi e incontro quell’uomo col suo cane, questa diventa un’abitudine prima di
tutto per me ma poi divento cliente o creo una forma di dipendenza. Qualcuno mi
aspetta, consciamente o inconsciamente. L’abitudine è contagiosa. Quando poi
diventa un bisogno, non tanto per me quanto per chi mi aspetta, allora è un obbligo
morale da rispettare. E non conta con chi devo rispettare l’impegno. Se ad
aspettarmi è un gatto che vive all’aperto, in particolare con la stagione
fredda io devo andare. Ciao Viz, questo lo sai.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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