Prima non puoi saperlo, dopo è troppo tardi per tornare indietro. Chi è predestinato magari non ne ha la più pallida idea per molto tempo ma poi, quando il momento sarà arrivato, tutto gli sembrerà naturale. So di qualcuno che non si ricorda delle sue vittorie e che tuttavia non riesce a rimuovere il peso di alcune sconfitte, macigni in roccia di porfido difficili anche da scalfire e che infatti si utilizza, in cubetti, per lastricare strade e marciapiedi. Il prima e il dopo che non sembrano neppure parenti anche se il prima è sempre padre del dopo. Aspettavo il mutamento e mi perdevo sotto il sole notturno senza rendermi conto dei milioni di passaggi tra prima e dopo che avevo superato, alcuni di scarsissimo valore ma altri determinanti, fondamentali e portatori sino all’incredibile di conseguenze. E non avevo il minimo dubbio di essere un’eccezione, assolutamente unico ed insostituibile. Ma poi chissà se ricostruisco le cose nel modo giusto e se non carico ogni ricordo di significati che semplicemente non mi va di perdere. Non mi fa piacere che dietro quella salita non ci sia più quel teatro sperimentale che frequentai da giovane, e così non salgo a controllare. Provo fastidio nel vedere che una pizzeria sotto una costa non c’è più e che al suo posto si è piazzato un ufficio turistico, è un delitto di lesa maestà. Il mio confine si sposta lentamente ogni giorno, non lo raggiungo mai anche se mi sembra ovvio che mi ci avvicino. Ci si avvicina al confine come per andare al fronte e non sempre si torna per riferire cosa si è visto dall’altra parte. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.