Non so cosa sia più perfetto, ammesso sia possibile la perfezione in qualche punto dello spazio o in qualche momento del tempo. L’attimo fugge e anche le sue fotografie ingialliscono, non c’è modo per fissarlo immobile, se ne perderà comunque la memoria. La felicità, che in qualche misura ha similitudine con la perfezione, è legata al movimento, non mi riesce di immaginarla come una statua scolpita e sufficiente a sé stessa. Eppure in modo inconscio non so allontanare una mia idea anche dalla perfezione immobile, assoluta. Se fossi perfetto che necessità avrei di cambiare? È proprio perché non lo sono che immagino miglioramenti, ed è solo con la memoria che vorrei la restituzione di quanto ho perduto esattamente com’era prima, le cose identiche e le persone nella loro pienezza, stabili. Resto confuso e senza risposte alle domande che non saprei neppure come formulare e a chi sottoporre. Attendo. Mi fermo di tanto in tanto e mi muovo il giusto, forse un po' meno del necessario. E ti vengo a cercare. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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