Le stagioni passano, quelle vecchie spariscono e quelle nuove prendono il loro posto. Anche i glicini lo fanno, con le stagioni e con le case alle quali si arrampicano. Io ricordo la prima casa nella quale abitavi a Carpi, con un bellissimo glicine che arrivava sino al secondo piano e, con l’arrivo della primavera, riprendeva a vivere. Sparito, non so come né quando; da anni quella casa non la vedo più ma so che è sparito. I nuovi proprietari hanno deciso che andava tolto. A me piaceva, portava insetti in casa ma era bello. Non esiste nulla al mondo senza una faccia nascosta o qualcosa che ci sfugga o che non abbia qualche potenziale problema. Anche la perfezione ha il difetto di finire, prima o poi, e lasciare un vuoto. La stagione del glicine di Carpi è finita molti anni fa per noi. Quella del fico di Ferrara si è conclusa quando mio padre ha deciso che gli serviva quell’angolo per la porta del garage. E la stagione dell’amore, come canta Battiato, viene e va. Lui dice di non rimpiangere le occasioni perdute, che ciò che si è andato non si scorda ma non tornerà più quindi, ancora una volta, sarà ciò che vorrà. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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