Dopo infinite parole scritte ancora non si è smesso di scriverne. E queste parole formano frasi, pensieri complessi o commenti semplici, hanno come tema praticamente ogni cosa si possa immaginare. E i libri pieni di queste parole continuano ad essere stampati. Ne abbiamo comprati assieme credo migliaia, letti un po' meno. Ancora oggi, malgrado non abbia letto tutti i libri che possiedo e che erano anche tuoi continuo, con meno voracità di un tempo, a comprarne di nuovi. A cosa serve? Quale romanzo è talmente innovativo da descrivere sentimenti mai descritti, amori mai vissuti, dolori mai provati, orrori inimmaginabili sino a prima della pubblicazione, dolcezze insospettabili? E ci sono persone che si illudono di ottenere un posto nell’editoria di oggi, sperano di diventare note come autrici o autori, di vendere non semplicemente autopubblicandosi. Forse è giusto così. Il nuovo scrittore uccide quello di un secolo prima che non possiede gli stessi mezzi per pubblicizzarsi essendo ormai altrove. Cambiano ambientazioni e descrizioni perché un romanzo scritto all’inizio del Novecento non poteva parlare di una coda in autostrada, del sesso in rete, della bomba atomica, ma il resto rimane lo stesso. Ciò che ci fa bene o male non è mutato. E le librerie ancora sono piene di libri vecchi e nuovi. Noi viviamo o abbiamo vissuto edificando case e città a volte abbattendo gli edifici che esistevano prima. Non fa differenza che io scriva su un blog e non intenda vendere nulla, scrivo parole, aggiungo altre parole. Io parlo con te, ora parlo con te, le mie parole sono per te, Viz. Ma dico una falsità, io lo faccio solo per me. Ne ho bisogno io, questa è la verità. Ciao.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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