Si può essere sconfitti cercando Vittoria, è possibile perché su nulla v’è certezza.
E si può morir di stenti, sembra che tutti morimmo in tal modo, oppure infangati, bruciati, smembrati, decapitati, o lentamente cercando una cura che non funziona perché il nostro corpo ha deciso altrimenti. E a morire è certamente il corpo, che poi rimane immobile. E c’è altro?
E mi ritrovo a parlar di morte, come ogni giorno sto facendo da anni. Magari potrei smettere di parlarne, ma smettere di pensarla mi è impossibile. La chiamo Signora, credo che potrebbe esserlo, non necessariamente nerovestita e neppure triste o tragica. Semplicemente esiste, in che forma e con quale aspetto per dirne non posso che usare fantasia.
E continuo a cercare vie di fuga non segnate sulla mappa, e vado controcorrente nelle visite museali, lungo le corsie dei supermercati, entrando dalle uscite delle chiese, posteggiando sempre col muso dell’auto rivolto all’esterno, pronto a partire senza dover far manovre. Le manovre le faccio prima quando non ho urgenza di andare, le precauzioni le metto in atto preventivamente, inizio dando poca fiducia e deludendo le aspettative. Ho bisogno di chi ha bisogno di me anche se comincio sempre nel modo sbagliato, ammesso che esista un modo giusto. Quanto volte ho sbagliato con te, Viz, eppure quanto mi è servito ogni momento, anche ogni errore ed ogni ricerca confusa. Sento sapore di sconfitta, lo ammetto. Domani però potrebbe esserci un’aria diversa attorno, e comunque poco dipende veramente e soltanto da me. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.