Indifferenza

Lo so di essere assurdo, ma in questo momento non so se mi interessa veramente che un negozio chiuda, che un ristorante sparisca, che una casa lentamente cada in rovina, che alcuni se ne vadano per sempre. Ho letto l’intervista a una scrittrice famosa che hanno pubblicato. Sembra abbia detto che lei vede la Signora come un’amica che profuma di fiori, che l’aspetta. Ed è bello che un’amica ti aspetti, questo è innegabile, e può essere anche un amico in questo caso e non farebbe differenze. Ora non è che io l’aspetti veramente la Signora so però che il mio appuntamento con lei è fissato già da tempo. Mi dicono che farei bene a pensare ad altro, alla vita che va avanti, alle cose belle che sicuramente ci sono, e tu mi ripeti ancora che bisogna avere sempre un progetto. Penso che serva un piano A, poi un piano B, e magari un piano C che non si sa mai. Ma poi penso anche che i piani siamo solo speranze, e non è detto che si realizzino. Il mondo che conosciamo non durerà. Il mondo che conosco io in parte è già finito. Quello che conosceranno dopo di me chi mi seguirà finirà pure quello. Cosa conta allora se una via cambia nome, se un cinema chiude, se apre una pizzeria, se un museo organizza una nuova esposizione? Vorrei tornare in posti che non ci sono più con te che ti nascondi alla vista ma sei più reale di chi cammina per strada magari pensando di avere problemi enormi e di vivere veramente. Non so se definire indifferenza tutto questo, non lo so e neppure è importante. Come ogni gioco, bello o brutto, dura poco. Ciao Viz.

                                                                                                     Silvano C.©   

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