Un bel pranzo è per forza di cose legato alle persone.
Questo che descrivo non fa eccezione.
L’antipasto è anticonvenzionale e tradizionale: pezzetti di stria con prosciutto crudo. Il primo consiste in un magnifico risotto con i carciofi, assolutamente inarrivabile anche per alcuni chef stellati. Il secondo è una cotoletta impanata da re che neppure le migliori cotolette alla milanese o le altezzose ed austriache Wienerschnitzeln riescono ad impensierire. Il dolce viene da una pasticceria che chiamano Torinese e consiste in una selezione di micropasticcini squisiti. Il vino? Assolutamente un Lambrusco, di Santa Croce, di Modena o di Reggio non fa differenza, purché sia Lambrusco secco. E dopo è necessaria una passeggiata, fuori, per recuperare un po' di lucidità e conservare l’allegria. A tavola si è discusso, si sono evitati temi sensibili, tutto è andato nel modo migliore.
Il solo problema è che sia il cuoco sia molti dei commensali ora sono diversamente raggiungibili, e il pranzo è irripetibile. Giusto Viz?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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