Credo che oggi pomeriggio, se qualcuno mi ha seguito a distanza, avrà pensato che non avevo niente di meglio da fare che curiosare all’interno delle auto parcheggiate. Non avrebbe avuto torno ma ho una mia motivazione. Proprio oggi mi è tornato alla mente che non troppi anni fa dove il cruscotto delle auto lo permetteva ci stavano piccole calamite con immagini sacre o con la foto di qualcuno che invitava a non correre, a pensare a chi ci voleva bene. Sparite tutte, o quasi. Oggi non ne ho trovata nessuna all'interno delle auto sul mio percorso, e dopo un po' ho smesso pure di curiosare, non si sa mai.
Nessuno pensa a me, alla fine. O se lo fa non è come allora, non è necessario esternarlo in quel modo tanto legato al conquistato benessere del secondo dopoguerra. E poi le auto, oggi, sono ecologiche, si devono tenere pochissimi anni per evitare di continuare ad usarle quando il mercato ne avrà prodotte di migliori, più elettriche e ancor più ecosostenibili, hanno ovunque airbag, sono costruite in plastica e le calamite non attaccherebbero. Inoltre è vietato affezionarsi troppo a questi mezzi di trasporto, visto che li terremo pochi anni, e di conseguenza è inutile arredarli come se fosse la nostra casa di famiglia.
A chi pensiamo quando guidiamo, oggi? Probabilmente non pensiamo. Ascoltiamo notizie alla radio o musica. Telefoniamo come se non fosse vietato. Non ci annoiamo, temendo il silenzio, e quindi non abbiamo alcun bisogno di recuperare le persone che amiamo con artifici come le calamite con le loro foto. Le sentiamo direttamente in voce. E dopo basta. Pure le strade sono cambiate, e tanto altro ancora, quindi non saprei neppure dove comprarle quelle calamite.
Ed io, oggi, penso a te. Sono giorni particolari, e penso a te, Viz.
Silvano C.©
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