venerdì 5 marzo 2021

Parole aggiunte, altre parole, ancora parole

Aggiungere parole non so a cosa serva, eppure non smetto di farlo e nessuno sembra ne abbia intenzione. Se non sono pronunciate o scritte, vengono pensate. Una parola dopo l’altra, e ogni volta ricombinate in modo che non sembrino quelle appena usate ma altre, con un significato leggermente diverso, dette a voce più bassa o più acuta, impercettibile o urlata, svuotate di sentimento o sovraccaricate. Le parole continuano a ripetere i pensieri, a tentare di portare ordine, a voler sintetizzare o a spiegare meglio. Con le parole si tenta di aver ragione o più raramente si accetta di darla ad altri. Raramente si ammette di sbagliare, pochi lo fanno, eppure dovrebbe essere evidente che l’errore è molto comune quindi la maggioranza di noi omette, bara, mente o minimizza quando sarebbe più onesto e chiaro per tutti dire o scrivere di aver sbagliato. Anche chi di mestiere cerca di vincere con la parola e il ragionamento quasi mai ammetterà di aver sbagliato, ne verrebbe meno la sua credibilità. Posto di fronte all’evidenza troverà il modo di dirla sempre e solo dal suo punto di vista. Con le parole inganniamo le persone che ci ascoltano, e infatti dopo un po' nessuno ci ascolta più, ognuno riprende a pensare come preferisce. Si cercano persone che usano le stesse parole e danno a queste lo stesso significato, vero o falso che sia, sostenuto da prove e fonti o del tutto campato in aria. Se siamo in tanti a dirlo significa che è vero, o no? 

A volte le parole seguono solo il loro filo, hanno un loro percorso da concludere, un passo dopo l’altro. Una bambina morta negli anni cinquanta ritorna. È muta, senza nome, eppure le dedico alcune parole e la vedo ancora. Qualche decennio fa lavavo una Fiat 127 per arrivare ad una cerimonia importante un po' più presentabile, e le parole per dirlo le ritrovo. Più tardi leggerò alcune parole di un libro, chiuderò gli occhi e continuerò a leggere altre parole, che non sono scritte sulle pagine. 

Mi mancano le tue parole, anche quando mi dicevi che dovevo smettere di farmi male. Capivo quello che intendevi, non la pensavo allo stesso modo e ancora non ho cambiato parere. Ammetto però che non avevi torto, questo te lo devo, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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