La tristezza del farsi da soli le cose è direttamente proporzionale alla considerazione che le stesse cose nessuno le fa per noi. Non è il fare che porta la tristezza, ma il sapere che qualcuno potrebbe farle per noi, e magari in passato le ha fatte.
Esattamente come il piacere di fare per qualcuno, che non è esattamente come fare e basta.
Un oggetto può nascere bello e a suo modo perfetto, ma è solo quando diventa di qualcuno che si completa. Prima è merce, dopo diventa cosa viva.
Considerazioni simili sono accettabili con alcune premesse personali, che ognuno può liberamente rifiutare. Si sovrappone al concetto di prendersi cura, che don Milani sapeva esprimere da maestro. Poiché tuttavia non mi sento martire, né santo né degno di attenzioni particolari mi rifugio nel mio piccolo e posso affermare che non ho più le tasche bucate.
Silvano C.©
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