Vedi, sei obsoleto,
fattene una ragione, il tuo tempo è passato.
Dici? È possibile, ma
posso dire qualche cosa a mia discolpa?
Prego, ti ascolto.

Scusami, ma stai
dicendo cose per certi aspetti ovvie, per altri che non condivido, e non capisco
poi dove intendi andare a parare.
Ok. Arrivo allora ad
una considerazione semplice e sintetica, cambiando leggermente ottica. Sono
obsoleto e felice di esserlo in molti campi. Per quanto riguarda il mio
rapporto con l’auto mi spiego meglio. Io alle auto che ho avuto e che ho non mi
ci affeziono ma mi ci abituo, e non amo cambiarle come qualcuno fa dopo due o
tre anni prendendo un modello nuovo. In altre parole, visto anche quanto costa
un’auto, io tendo ad usarla sino a quando funziona, non ha bisogno di interventi
troppo frequenti e le norme della circolazione me lo permettono. In altre
parole la uso sino alla fine della sua vita fisiologica e commerciale, e a quel
punto la rottamo, o sfrutto l’incentivo che spesso viene concesso per comprarne
una nuova. Se cambiassi l’auto dopo due o tre anni dovrei, ogni due o tre anni,
spendere un piccolo capitale, ed a conti fatti, se io mantengo la mia vecchia
auto in buone condizioni per circa quindici anni risparmio, cioè spendo la metà
di chi la cambia più frequentemente. Inoltre, riflettici, l’auto di pochi anni
viene rimessa sul mercato come usata, e quindi qualcuno la deve utilizzare per
non sprecare un bene che, solo per produrlo, ha richiesto energia, materie
prime, investimenti. Il mio è anche un comportamento ecologico. Ovviamente
sarebbe meglio non avere l’auto da questo punto di vista, ma questo l’ho già
spiegato prima.
La cosa non mi
convince, perdonami. La tua sostanzialmente è pigrizia. Non ti va di cambiare
le cose, né di buttarle. Il tuo problema è quello. Il tuo atteggiamento con le
auto non fa che confermarlo. Le auto non sono persone o esseri viventi, sono
solo oggetti da usare. Niente di più. Sono oggetti utili.
No, accetto parte della
tua obiezione, ma non sono disponibile a cambiare l’auto dopo tre anni, un
cellulare dopo un anno, un computer dopo un anno e mezzo. Non mi piace la
rivoluzione che ho dovuto subire durante la mia vita riguardo al modo di
ascoltare musica o scattare fotografie. Per la musica sono passato dalla radio
alla televisione in bianco e nero, poi al registratore a nastri ed ai dischi 45
e 33 giri, poi alle audiocassette con registratori analogici più evoluti, e infine
è arrivata la rivoluzione digitale che ha fatto scomparire le audiocassette e
ha quasi eliminato i dischi per passare ai CD. Ora pure questi ultimi stanno
sparendo, la musica si ascolta o si compra solo in rete, è nelle nuvole, è smaterializzata.
Stesso discorso leggermente diverso ma parallelo con la fotografia. Questo non
è progresso, è ansia di cancellazione del passato e sete stupida di futuro che
annulla la nostra stessa umanità. Rifletti su quanti hanno perso il lavoro in
seguito a queste smaterializzazioni. Pensa a quanto di ciò che abbiamo
conservato ora è irraggiungibile se non operando riversamenti e trasformazioni
che fanno perdere qualità. Io ammiro le novità, non le rifiuto, ma queste ci
stanno uccidendo, non aiutando. Sono avvenute in poco tempo e dureranno ancora
meno.
Non credo sia possibile
tornare al mondo della fine del secolo scorso. Ti devi adeguare, aggiornare,
accettare che il tempo cambi ogni cosa.
Ed io non mi adeguo. Opero
una guerriglia di retroguardia, tento di mantenere vivo ciò che di positivo
stiamo perdendo accettando ed utilizzando contemporaneamente le novità che
portano ad un miglioramento vero. E poi, lasciami dire, lo stesso vale con le
persone. Io non le lascio andare se ancora le sento vicine, e sono selettivo
anche con loro. Mi ci affeziono e vorrei non mutare mai quello che trovai in un
sorriso, in una parola, in un gesto. Alla fine perdo pure loro, come tutti, e
spesso la ferita non rimargina più.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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