No, sei tu che
dimentichi la sinistra, sei tu che tradisci gli ideali di Gramsci e di Berlinguer,
sei tu che ti sei venduto al potere del denaro e dimentichi il popolo e i suoi
diritti calpestati. Sei tu che sbagli, non io, che resto fedele al solco
tracciato da chi ha dato la vita per i nostri ideali di uguaglianza e condivisione.
Io non mi piego a vergognose alleanze con chi non ha le nostre stesse
aspirazioni, e così facendo tu riduci la forza di chi vuole portare finalmente giustizia
nella nostra società. Io non mi abbasso al compromesso, voglio arrivare alla
vittoria finale con tutta la mia dignità. Io non commetto i tuoi errori.
Ecco,
una possibile sintesi potrebbe essere questa. Persone che vengono da ideali
comuni, o in larga parte comuni, che si fanno la guerra e sembrano persino
dedicare più tempo a combattere chi in fondo è vicino, pur se non fratello,
invece di contrastare la restaurazione, il capitalismo disumano che ignora l’individuo,
le idee di destra e razziste, il populismo facile ed ignorante. Eppure la
politica non è questo, è altro. Nessuno è portatore di verità assolute, e chi
alimenta tale tipo di fede acritica si pone in una posizione molto simile al
fanatismo, si ingabbia in una posizione slegata dalla realtà.
La
politica è la massima espressione, la più nobile, del compromesso positivo,
dell’unione di persone finalizzato al raggiungimento di un obiettivo possibile,
senza guerra o violenza. Non sono accettabili, in quest’ottica, neppure le
violenze verbali o le frasi offensive nei confronti di chi pensa sia corretto un
percorso diverso, e questo vale per ogni parte della sinistra, o che tale si
ritiene. È deleterio che la sinistra che vuole andare al governo sia in lotta
perenne con la sinistra che presidia l’opposizione. Non cerco colpevoli, o
responsabili, della prima mossa in questa diatriba che si rinnova ad ogni
stagione, non ne ho bisogno. Io non vedo nemici in chi ha come obiettivo finale
la giustizia sociale, l’equità distributiva delle risorse, la difesa della
scuola e della sanità pubbliche, il lavoro di giovani, donne e uomini, il
rispetto delle fasce deboli della popolazione, la lotta all’evasione fiscale, l’equiparazione
dei diritti tra uomini e donne, la maggiore integrazione tra popoli europei per
il loro progresso e non per la difesa dei soli capitali.
Io
non ho nemici tra chi milita in campi diversi dal mio se gli obiettivi sono
questi ed altri simili. Allo stesso tempo, però, vivo con crescente fastidio le accuse
offensive e sempre più intollerabili di chi pensa di aver capito ogni cosa e
parte dalla convinzione di aver ragione, ed io torto. Io posso aver torto,
ovviamente, fa parte della mia premessa. Ma anche gli altri devono ammettere, almeno
come possibilità teorica, quella di non essere loro i depositari della verità
assoluta.
Io
poi ragiono sulla base di un dato che mi sembra abbastanza evidente, sotto gli
occhi di tutti: l’elettore italiano medio non è di sinistra. Anche unendo tutte
le sue forze la sinistra non sarà mai maggioranza di governo. Chi vuole
cambiare le cose democraticamente deve cercare di andare al governo con forze moderate
di altri settori, non esistono altre vie. Io non sarò mai con l’opposizione
dura e pura, ma rispetto chi appartiene a quest’area (forse non saremo
fratelli, come ho già detto, ma almeno cugini sì). A mia volta vorrei uguale
rispetto, anche se posso sbagliare. Non amo essere deriso o assimilato a pentastellati,
destri e leghisti, non mi piace per nulla. Io poi rispetto umanamente tutti
questi anche se politicamente con loro condivido poco.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
''La politica è la massima espressione, la più nobile, del compromesso positivo, dell’unione di persone finalizzato al raggiungimento di un obiettivo possibile, senza guerra o violenza''... questa la miglior spiegazione del perchè gli uomini hanno da sempre bisogno di politica. Ne condivido ogni parola. grazie
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